Intervenuto in diretta su Sportitalia, l’attaccante della Lazio Ciro Immobile ha rilasciato alcune dichiarazioni in occasione del lancio della sua moneta digitale su starks.io. “Tifosi? Io credo che sia la cosa più importante. Da quando ho iniziato a fare questo sport ho sempre creduto nei suoi valori, la passione. Poi è diventata la mia professione, quando incontro i tifosi che mi fanno i complimenti per il ciro uomo mi riempie di gioia” “L’Immobile di Pescara era un ragazzo single in una squadra di ragazzi che volevano emergere, avevano fame. Credevamo in quello che diceva l’allenatore. Se mi guardo indietro abbiamo fatto un lavoro incredibile, in quella serie B ci stavano squadre di grande valore che abbiamo superato arrivando primi. Ci siamo divertiti tanto. Il ciro di ora è un ciro quattro bimbi che pensa a migliorare sia dentro sia fuori dal campo. Quello che sto facendo con la maglia della Lazio è incredibile e ancora non realizzo, l’affetto della gente mi spinge a dare sempre il massimo” “A Roma mi sento a casa come la mia famiglia, siamo di adozione romani. Ci sentiamo a nostro agio, due dei nostri figli sono nati a roma. Però il 50% del sangue resta sempre napoletano. Napoli? In questo momento ha un grande vantaggio in fatto di punti, col fatto del Mondiale ora non ti so dire perché è nuovo per noi ma se riesce a mantenere quel ritmo farà grandi cose. È un campionato atipico, stiamo lottando con grandi squadre che ci danno filo da torcere “Lotito? Un rapporto che è il massimo, di qualsiasi cosa di cui ho bisogno mi hanno sempre aiutato. Ora ho un contratto di altri tre anni, finché starò bene e riuscirò a dare il massimo per questa maglia starò qui poi se dovesse finire ne parleremo. Adesso mi sto focalizzando su quello che sto facendo in campo, ma anche su quello che posso dare alla società dopo quando smetterò di giocare” Del Piero senza dubbio il mio giocatore preferito. Con mio fratello avevamo il poster in camera, ci ha regalato tante gioie. Dirigente? Lo vedrei benissimo. Ho avuto la fortuna di fare l'esordio in Champions e in Serie A al posto del mio idolo, è il massimo che si può avere" “Numero 17? Ai tempi del Torino e del Borussia avevo il 9. Poi quando sono arrivato in Pescara c'era l'obbligo di avere i numeri dall'1 al 27 e c'era il 17 libero. poi ho conosciuto mia moglie che è nata il 17 Luglio e uno dei miei figli è nato il 17 Agosto" “Klopp? Prima di firmare mi ha detto di aver visto 50 partite mie. È un allenatore carismatico, cerca sempre di parlare. La lingua mi ha penalizzato un po’, avendo un traduttore non avevo un contatto diretto con lui. Dortmund non è stato un fallimento, la squadra era piena di difficoltà e le mie erano le stesse che avevano anche i compagni. A Siviglia è stato diverso perché non mi prendevo con l’allenatore” “Inzaghi è molto diverso da Sarri. Abbiamo un rapporto importante che va oltre quello di calciatore allenatore. È stata una persona importante e ancora oggi ci sentiamo"  

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