Dopo una lunga battaglia contro la leucemia, anche un guerriero come Sinisa Mihajlovic si è dovuto arrendere al male. La speranza era quella di vederlo presto in campo, ma purtroppo è appena arrivata la notizia della sua dipartita.

Il legame con la Lazio sarà eterno. Sinisa si è dimostrato sempre lazialissimo, sia da calciatore biancoceleste sia da allenatore di altre squadre. Ha sempre affrontato con rispetto la Lazio e i suoi tifosi, non nascondendo mai la sua fede calcistica. Lo confermò nuovamente nella conferenza stampa di Lazio-Bologna, a metà agosto: “Tifo Lazio, ma non domani. Forse è l’unica squadra con cui, se dovessi perdere, non mi roderebbe così tanto.”

Mihajlovic ha vestito la maglia della Lazio per sei stagioni, dal 1998 al 2004, durante le quali vince un Campionato (2000), due Supercoppe Italiane (1998 e 2000), una Supercoppa UEFA (1999), una Coppa delle Coppe (1999) e due Coppe Italia (2000 e 2004). Con la Lazio ha collezionato 126 presenze e siglato 20 gol, tra cui diversi decisivi, come quello contro il Chelsea in Champions League, che valse la vittoria per 2-1. Non solo, in campionato contro la Sampdoria il 13 dicembre 1998, stabilì un record realizzando una tripletta da calcio piazzato, contribuendo al risultato di 5-2. Sinisa, infatti, era il re delle punizioni. Come dimenticare, infatti, il coro della Curva Nord dedicato a lui: “E se tira Sinisa, e se tira Sinisa e se tira Sinisa è gol.”

In un momento di grande dolore, il cordoglio più sincero in onore del giocatore che è entrato di diritto della storia della Lazio, ma soprattutto all’uomo coraggioso e leale che si è sempre dimostrato, in campo e fuori.

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