Ritmi bassi e poca determinazione. La Lazio chiude il 2022 perdendo in amichevole contro l’Almeria, quattordicesima nel campionato spagnolo. I biancocelesti soccombono a causa dei gol di Touré (in collaborazione con Patric) e Ramazani, rispettivamente al 36’ e al 46’, ma non hanno mai dato la sensazione di affrontare la partita con lo spirito giusto. La prova generale, prima della ripresa del campionato (la squadra di Maurizio Sarri giocherà il 4 gennaio contro il Lecce in campionato), ha confermato che, per quanto in questa stagione siano stati assimilati i dettami tattici dell’allenatore, basta poco per perdere il bandolo della matassa. Un po’ come è successo in Europa League contro il Midtylland (in occasione della gara persa 5-1) e in campionato contro la Salernitana (sconfitta interna per 3-1) oltre che nel finale di gara con la Sampdoria (che raggiunse il pareggio). La Lazio dimostra di doverci essere sempre con la testa per non incappare in brutte figure. Quando la squadra approccia le partite con arroganza e superficialità, ne esce con le ossa rotte. Non rassicura in tal proposito la prestazione di Provedel, che dopo un’ottima prima parte di stagione appare per la prima volta in calo. Nelle prime giornate di campionato aveva commesso qualche sporadico errore (come sul gol di Lautaro Martinez contro l’Inter), trasmettendo però grande sicurezza a tutta la squadra, guidando costantemente la difesa, uscendo sempre tempestivamente quando necessario e anche con parate importanti. Contro la Juve, nell’ultima gara prima della sosta, ha qualche responsabilità su due dei tre gol segnati dai bianconeri ma anche con il Galatasaray nella prima delle tre amichevoli invernali e ieri con l’Almeria è sembrato improvvisamente insicuro (non ha invece giocato nella sfida con l’Hatayspor). Ieri, sul gol del 2-0 degli spagnoli, si è fatto sorprendere da una conclusione che non sembrava per nulla imparabile. L’unica nota positiva della gara contro l’Almeria, nella quale Sarri ha dovuto fare a meno degli indisponibili Hysaj (problema al polpaccio), Zaccagni (influenzato) e Casale (impegnato in uno stage voluto dal ct Mancini), è rappresentata da Milinkovic, che ha giocato tutto il secondo tempo. Il minutaggio, rispetto all’ultima amichevole giocata contro l’Hatayaspor, è già aumentato, segno che il problema alla caviglia (dovuto ai pestoni rimediati ai Mondiali) è gestibile. Fra due mercoledì, contro il Lecce, dovrebbe essere in grado di tornare a giocare dall’inizio. Per il resto, però, la Lazio ha fatto vedere troppo poco. E questo in fase sia offensiva (confusionaria) che difensiva (instabile). Poco hanno fatto le seconde linee, benché enttrate a pochi minuti dalla fine e a gara indirizzata: Luka Romero e Cancellieri (entrambi in campo dal 75’) dovrebbero sfruttare queste occasioni proprio per mettersi in mostra, dando una scossa. Si sono invece adeguati al piattume della squadra. Che nella prova generale in vista di Lecce non ha giocato come vuole il suo allenatore. Corriere della Sera/Elmar Bergonzini

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