A breve ricomincerà il campionato e la Lazio andrà a Lecce il 4 gennaio 2023. Lecce e Lazio hanno in comune un grande calciatore, Cristian Ledesma, che ha passato 5 anni in Puglia prima di approdare a Roma nel 2006. Nei giorni scorsi, l’ex capitano della Lazio è intervenuto ai microfoni di Laziopress.it per una chiacchierata sul suo passato in biancoceleste, ma non solo.

Lei è arrivato a Roma nel 2006, ormai quasi 17 anni fa. Come è stato passare da una piccola realtà come Lecce ad una grande piazza come Roma?

Non è stato semplice, non è un passaggio tranquillo. C’è molta più risonanza e una visibilità diversa. Trovarsi in una città in cui ci sono diverse radio che parlano 24 ore su 24 della società è molto diverso. A livello tecnico e societario è la stessa cosa: passi da una società piccola come il Lecce ad una grande come la Lazio… Non è stato indifferente, ma allo stesso tempo è stato complicato.

Lei è legatissimo ai tifosi della Lazio e loro lo sono a lei. Pensa che il gol nel derby del 2006 abbia contribuito a questo legame?

Sì, io l’ho sempre detto. Non penso non sia cambiato nulla dopo quel gol, agli occhi della gente è cambiato tantissimo. Per me invece non tanto: ero consapevole che all’inizio la squadra non girava, erano normali le critiche, anche se all’inizio non ero solo io. Come squadra non riuscivamo ad ingranare, ma il derby ha cambiato sicuramente tanto nel rapporto con i tifosi. Penso sia una cosa normale.

E’ stato anche uno degli eroi del 26 maggio. E’ il suo ricordo più bello in biancoceleste o ce ne sono altri?

Senza dubbio uno dei più belli. Ci metto anche il raggiungimento del terzo posto al mio primo anno, la finale contro la Sampdoria nella Coppa Italia del 2009, il primo e il secondo gol nei derby… Ci sono stati tanti momenti belli passati alla Lazio, anche al di là dei trofei. Sicuramente quello del 26 maggio è unico e irripetibile, ci sta che venga sottolineato un po’ di più.

Secondo lei come mai tanti giocatori rimangono legati in modo viscerale alla Lazio?

E’ risaputo che il tifoso laziale all’inizio è sempre un po’ diffidente, ma poi quando capisce che ha davanti un giocatore con una lealtà importante ti dà tutto il suo sostegno e amore. E’ quello che è successo a me.

Un altro giocatore che vediamo molto legato alla Lazio è Milinkovic, ormai da diverso tempo al centro delle voci di mercato. Cosa pensa che succederà nelle prossime sessioni di calciomercato?

La speranza è che rimanga. Il giocatore si è messo in mostra anche al Mondiale, seppur la sua nazionale non abbia fatto bene. Merita di avere gli occhi puntati addosso perché anche nei momenti di difficoltà della Lazio negli ultimi anni ha sempre mantenuto uno standard di prestazioni importante. Spero che rimanga e che continui a fare il bene della Lazio, ma possono subentrare anche altri fattori, come il lato economico. Bisogna vedere ciò di cui ha bisogno la società, l’entourage e il giocatore stesso, che magari vuole provare il salto in una società diversa.

A proposito di calciatori legati ai biancocelesti, abbiamo da poco perso Sinisa Mihajlovic. Lo ha mai incontrato da avversario? Che ricordi ha di lui?

Al di là del campo l’ho incontrato diverse volte perché abitavamo vicini a Roma. Mi dispiace tantissimo perché ha dimostrato una forza d’animo che non si vede tutti i giorni. Una persona così non muore perché ti rimane il ricordo, il suo sorriso, la sua forza degli ultimi anni. E’ riuscito a sopperire a questa malattia con tanta volontà, con tanta forza di cuore e di anima. Non ero suo amico, non mi piace dire cose non vere, però ho avuto la fortuna di conoscerlo ed è veramente un dispiacere al cuore vedere che una persona con quella forza, così giovane, non ci sia più.

La sua ultima presenza con la Lazio consegnò l’accesso ai preliminari di Champions League. Da quella volta, poi, la Lazio ci è andata una sola volta. Questo potrebbe essere l’anno giusto?

E’ un anno difficile, ci sono tante squadre che ambiscono a stare lì. La Lazio ha trovato una certa continuità nel modo di giocare e nelle prestazioni, ha una fisionomia di gioco ben definita ormai ed è bella da vedere quando le cose funzionano. Certo, non sempre funzionano perché ci sono anche gli avversari o c’è la giornata no di qualche giocatore. Nel complesso, secondo me, la Lazio può competere per il quarto posto fino all’ultimo.

Un giorno le piacerebbe tornare alla Lazio?

Sì, è il mio sogno poter lavorare e ridare qualcosa alla Lazio. Sono convinto che arriverà questo momento.

La sua Argentina ha appena vinto i Mondiali. Ha avuto modo di sentire il suo ex compagno di squadra Scaloni?

Abbiamo festeggiato tanto con mio figlio. Abbiamo visto la finale, eravamo tesissimi. E’ stata una finale bellissima, ma per chi era coinvolto emotivamente è stata tosta, non finiva più, è stata tragica. Sono felicissimo per il popolo argentino perché dopo tutte le sofferenze aveva bisogno di una gioia del genere. Gli argentini stanno passando un brutto momento, avevano bisogno di una felicità così. Lionel l’ho sentito tramite messaggio, gli ho mandato le congratulazioni. Ogni tanto ci sentiamo, sono contentissimo per lui. Ha fatto un grandissimo Mondiale, si è dimostrato un allenatore capace.

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