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Pelé e la Lazio: tra amichevoli, curiosità e l’incrocio con Chinaglia
Ieri sera l’annuncio: Pelé ci ha lasciati. Uno dei calciatori che ha scritto la storia del calcio è morto all’età di 82 anni a seguito di una malattia che si portava dietro da tempo. Tantissimi i numeri importanti di questo calciatore, capace di segnare con una media di quasi un gol a partita e di vincere un campionato del mondo a 18 anni, il primo, per poi rivincerlo nel ’62 e nel ’70.
Pelé e l’amichevole tra Santos e Lazio
Pelè e la Lazio non hanno avuto modo di incrociarsi a vicenda se non in pochissime occasioni: due di queste in amichevole. La prima, nel 1973, ha visto il suo Santos sconfiggere in amichevole la Lazio per 3-0 con una curiosità: a circa 10 minuti dal termine della partita, infatti, quando i brasiliani erano avanti per 3-0 con un gol proprio di Pelè venne fischiato un calcio di rigore a favore dei ragazzi di Maestrelli. Sul dischetto si presentò Giorgio Chinaglia, il quale non riuscì però a calciare. Il motivo? Un’invasione dei tifosi che andarono proprio verso Pelè. Il rigore non venne, così, mai battuto.
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La coppia d’attacco con Chinaglia contro i biancocelesti
Esattamente 4 anni dopo, nel 1977, Pelè riaffrontò la Lazio in amichevole. La gara venne vinta dai biancocelesti per 2-3 contro il NY Cosmos in una partita molto delicata: il compagno di Pelè in attacco, infatti, non era nientemeno che Giorgio Chinaglia. L’attaccante brasiliano, in quel caso, si rese protagonista di un gol, annullato, molto curioso: Pelè calciò, infatti, il pallone dalle braccia del portiere con l’intento di fargliela perdere insaccando poi in porta. Un gesto che mise in piena luce la leggerezza di un calcio di cui Pelè fu assoluto simbolo in quegli anni.
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La Repubblica | Lazio, il rinforzo in extremis: Pellegrini va da Sarri
Dopo Romagnoli, arriva un altro difensore-tifoso per la Lazio. Stavolta sulla fascia sinistra. Il mancino Luca Pellegrini, almeno per i prossimi sei mesi, completa la batteria dei terzini a disposizione di Sarri. Si vedrà in estate se esercitare o no il diritto di riscatto fissato con la Juventus a ben 15 milioni. Il ragazzo, classe ‘99, è già sbarcato ieri sera a Fiumicino, accolto e festeggiato da un gruppo di tifosi. Fremeva per tornare nella Capitale, dove il suo percorso da professionista era cominciato sull’altra sponda del Tevere nel 2018. Stavolta però indosserà i colori della sua squadra del cuore. E sulla questione dell’autenticità della fede calcistica, per la quale sul web si è aperto il dibattito tra tifosi, c’è la parola del padre a fare da garanzia. Ha dato i primi calci con il Tor Tre Teste, Pellegrini, poi è cresciuto nel vivaio della Roma. Ma l’animo laziale, seppur celato, è rimasto immutato.
Incredibile in questo senso la somiglianza del suo percorso proprio con quello di Alessio Romagnoli. Da un possibile inizio nelle giovanili biancocelesti, poi invece sfumato, agli esordi in giallorosso. Un addio a Trigoria senza troppi rimpianti e alla fine, dopo varie altre maglie indossate, i fili del destino che si intrecciano, cucendo per entrambi un’aquila sul petto. Pellegrini è il quarto ex romanista che approda a Formello negli ultimi due anni, dopo Pedro, lo stesso Romagnoli e Cancellieri. È ormai conclamato quindi che il cambio di casacca, diretto, come nel caso del fuoriclasse spagnolo, o dopo vari passaggi, sia un tabù sfatato nell’ambiente capitolino, visto anche il precedente di Kolarov a parti invertite. Come i suoi predecessori, peraltro, anche Pellegrini può dirsi deluso dall’epilogo della sua storia in giallorosso. Quando era al Cagliari raccontò come nacque la decisione di andare alla Roma: «Feci il provino con loro, poi mi contattò la Lazio. Sembrava potesse nascere qualcosa ma, al momento di concludere, posticiparono l’incontro. In quei giorni di attesa mi richiamò la Roma e così ho firmato». Questa volta invece Luca ha aspettato fino all’ultimo. Il progetto tecnico di Sarri, con cui ha anche parlato al telefono in questi giorni, lo entusiasma. Per agevolare l’operazione, alla fine svincolata dall’addio di Fares, ha addirittura accettato di dimezzarsi l’ingaggio fino a giugno. La Juventus parteciperà al pagamento di parte dello stipendio e così la Lazio ha potuto far rientrare l’operazione nei parametri dell’indice di liquidità. Per piazzare l’esterno franco-algerino in Turchia, dove lo vuole l’Antalyaspor, ci sarà tempo fino all’8 febbraio. Era troppo urgente invece per il tecnico avere a disposizione un terzino di piede mancino, per ampliare le rotazioni in vista dei tanti impegni ravvicinati nei prossimi mesi. Dal canto suo Pellegrini voleva a tutti i costi andar via da Francoforte, dove l’avventura non è andata come sperava. Ha quasi 24 anni, Luca, e ha bisogno di trovare continuità in campo per far valere le sue qualità, mostrate solo a sprazzi finora.
Nelle ultime ore di mercato si è consumata anche un’altra storia che sembra chiudere un cerchio del destino. Zarate, ricordato ancora con affetto dai laziali, è approdato al Cosenza, in Serie B. A 35 anni l’argentino torna nella terra d’origine della sua famiglia. La Repubblica
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