Riscatto o crisi. Con la spinta di seimila tifosi la Lazio gioca alle 12.30 a Reggio Emilia contro il Sassuolo. E sarà un mezzogiorno di fuoco per entrambe le squadre, i biancocelesti reduci da sette punti in sei gare e dalle disgraziate prove contro Lecce e Empoli, i padroni di casa a ridosso della lotta salvezza dopo un periodo negativo. Sarri alla vigilia è sempre molto lucido, chiede alla squadra di reagire e ai suoi leader tecnici Milinkovic e Immobile di prendere in mano il gruppo. «Dobbiamo mettere a posto la capacità - spiega l’allenatore biancoceleste - di rimanere dentro la partita per 100 minuti. La squadra si è allenata in maniera stupenda, è difficile capire i black out in partita, ho visto i giocatori un po’ intristiti. Siamo in grado di giocare sulla stanchezza fisica, ma dobbiamo lavorare sulla stanchezza mentale, trovando la chiave giusta. Dobbiamo togliere ogni turba mentale».

Sull’avversario ha le idee chiare: «Dionisi è un buon allenatore, sicuramente uno dei ragazzi emergenti. La scuola capitanata da De Zerbi sta venendo fuori, penso che il prossimo sarà Palladino. Il Sassuolo in casa in maniera inspiegabile fa risultati importanti da anni soprattutto contro squadre forti. È uno sfruttamento del fattore campo difficile da spiegare considerando il contesto ambientale al Mapei».

Per una volta parla anche dei singoli: «Milinkovic ha già fatto una buona prestazione - dice Sarri - nell'ultima partita. È passato dal perdere 25 palloni a perderne 10 e avere una percentuale di verticalizzazione superiore, ha già fatto una buona partita contro l'Empoli. Dopo il Mondiale, ha avuto delle difficoltà a ripartire, questo vale per il serbo e anche per Vecino. Anzi, forse quest'ultimo sta avendo qualche difficoltà in più a uscire da questa situazione. Luis Alberto e Sergej insieme? Giocare con due interni con caratteristiche offensive è complicato, però se lo fanno con l'applicazione dell'ultima partita credo si possa fare».

Infine s’infuria sulla Champions e manda un messaggio diretto anche al suo predecessore Simone Inzaghi: «Sono un po' incazzato di queste storie. Noi siamo quinti e sembra che sia un dramma. Nella storia degli ultimi dieci anni della Lazio non mi pare che ci siano state tante Champions centrate. Se la raggiungiamo, è un campionato miracoloso e non siamo così lontano, quindi cerchiamo di tornare in lotta». A cominciare da stamattina: c’è bisogno della Lazio di ottobre, quella che prendeva pochi gol e giocava bene per tirarsi fuori dai guai. Il Tempo/Luigi Salomone

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