Il vantaggio che non si trasforma in vittoria. Ancora una volta. Il primo gol di Casale con la maglia della Lazio doveva essere gestito meglio, e invece la Fiorentina ha dominato gran parte della gara, trovando il pareggio con Nico Gonzalez a inizio ripresa. I biancocelesti hanno l'alibi della stanchezza, fisica e mentale. La squadra di Sarri veniva dal largo successo con il Milan di Pioli: da martedì a domenica, quattro giorni di riposo contro i sette della Viola. Hanno pesato in campo, si sono visti tutti. Soprattutto con la supremazia territoriale in mezzo al campo. Milinkovic e Luis Alberto poco brillanti (anche se lo spagnolo aveva iniziato alla grande), Cataldi è andato in difficoltà con un Bonaventura che quando è in serata diventa un cliente scomodo per tutti.

La mossa di un centrocampo fisico con Barak e Amrabat ha spiazzato Sarri, che solo nella ripresa ha trovato le contromisure necessarie. Cambia poco nella sostanza. Il pari è giusto per quello che si è visto, ma il rammarico per il mancato aggancio all'Inter c'è eccome, anche pesando al ko della Roma in casa del Napoli. Ma il dato più preoccupante è il solito. Sono altri due punti buttati partendo da una posizione di vantaggio. Con il pareggio contro i toscani, i biancocelesti hanno perso ben 15 punti nella ripresa (sarebbero in lotta per il primo posto considerando solo i primi 45 minuti). Sconfortante anche la situazione in casa visto che 10 di questi 15 punti sono stati persi davanti al proprio pubblico. Le sconfitte con Napoli e Salernitana e i pareggi con Empoli e Fiorentina. In trasferta si aggiunge il pari con la Sampdoria e il ko di Lecce. Un trend che va assolutamente invertito nella seconda parte di stagione. C'è un altro elemento che fa riflettere. Eccezion fatta per le vittorie di agosto contro Bologna e Inter, quest'anno la Lazio quando ha subito gol non è mai riuscita a portare a casa i tre punti. I restanti nove successi, infatti, sono arrivati tutti tenendo la porta inviolata. «La solidità difensiva è il primo mattone, quest'anno ci siamo riusciti più spesso ad averla. Applicazione e spirito di sacrificio, non è facile averli per 90 minuti. Se ci sono, siamo solidi. Se non ci sono, diventa difficile», così aveva risposto Sarri alla vigilia del match contro la Viola quando gliel'avevano fatto notare. Solidità che è mancata proprio domenica pomeriggio. La flessione nei secondi tempi, oltre che un fatto fisico e caratteriale, dipende anche dall'assenza di alternative in panchina.

Nonostante sembrasse migliorata la situazione dopo gli otto innesti della scorsa estate, Sarri ancora non può contare su diversi elementi che faticano a inserirsi. Gli esempi di Marcos Antonio e Cancellieri sono i più eclatanti, anche Vecino in questa parte di stagione ha fatto qualche passo indietro. E nei momenti del bisogno anche i leader della squadra Immobile, Luis Alberto e Milinkovic, a volte, non riescono a incidere. Il Tempo/Daniele Rocca

Verona, Montipò: “Buon punto, ma da domani si pensa alla Lazio”
Il Tempo | Oggi ripresa a Formello: giovedì sarà turn-over