I numeri certificano la crisi della Lazio: 9 punti nelle ultime 8 giornate, appena 2 in tre gare dopo l’illusorio 4-0 al Milan. La squadra di Sarri si è persa, sembra stordita dai suoi stessi alti e bassi vertiginosi, incapace di inventare un piano alternativo quando la partita si mette male, priva di quella ferocia agonistica che per i tifosi è più importante del gioco. Loro, i tifosi, continuano a criticare il ds Tare e nello stesso tempo cresce il partito di quelli che ripetono il concetto «Sarri ha finito i bonus». Insomma ci si aspettava – ci si aspetta – di più dal Comandante, al di là della diatriba con la società sulla Champions, obiettivo concreto per Lotito e Tare, solo un sogno per l’allenatore. La sconfitta con l’Atalanta ha fatto male, è finita tra i fischi dell’Olimpico, la prima mini-contestazione della stagione: in pochi oggi ricordano che la Lazio è sesta, certo, ma ancora a due passi dalla zona Champions. D’altronde i timori sono giustificati: domenica a Salerno mancherà Zaccagni, il più continuo tra gli attaccanti, e c’è il sospetto che Romagnoli dovrà star fermo per 15-20 giorni. Oggi i controlli per capire l’entità dell’infortunio del difensore più forte della rosa e i relativi tempi di recupero. In tutto questo, a preoccupare di più è il momento-no di Immobile. Dopo la partita, Ciro aveva il morale sotto gli scarpini, si è sentito responsabile della sconfitta per quelle due palle-gol sprecate con conclusioni non da lui, sullo 0-0 e sullo 0-1. Errori gravi, non ci sono dubbi, ma Ciro sa benissimo che nella carriera di un attaccante capitano periodi così: la porta improvvisamente sembra più stretta, anche il gol più agevole diventa complicato come segnare in sforbiciata, autostima e fiducia crollano. Il gol gli manca dal 4 gennaio, per lui un’eternità: è rimasto a digiuno per 5 gare di campionato più i 45 minuti con la Juve. Il record negativo è della stagione 2020/21, 10 partite di fila senza gol (8 in Serie A, 2 in Champions). E nel 2018/19 era arrivato a 9 (7 in Serie A, 2 in Coppa Italia). Adesso è a 6, appunto, ma con un’attenuante grande come l’Olimpico: i tre infortuni che gli hanno impedito di trovare la giusta continuità, la forma adeguata. Non a caso, Sarri lo difende senza remore: «Ciro tornerà presto a essere la soluzione ai nostri problemi. Qui si parla di un giocatore che negli ultimi sei mesi ha passato 10 giorni in campo e 15 in infermeria: gli mancano allenamenti e partite per ritrovare la condizione». I tifosi lo sostengono: non dimenticano che Immobile li ha fatti esultare 190 volte. Lui, Ciro, a casa coccola il piccolo Andrea e pensa che – come i precedenti – anche questo momentaccio passerà. La Repubblica/Giulio Cardone

Il Messaggero | Lazio, Immobile è a digiuno da sei partite: la maledizione del gol numero 190
Salernitana-Lazio, chiuso il settore ospiti ai residenti laziali