Ciro e Mateo, nemici o amici? Mentre Immobile è costretto a dire di no per la quarta volta di fila alla Nazionale a causa degli infortuni, l’Italia scopre Retegui. “Chapita”, soprannome dovuto al padre (e agente) Carlos José detto “Chapa”, ha messo la firma nelle sue prime due partite in azzurro facendo prendere una mezza rivincita a Mancini. Descritto come una copia del primo Batistuta, tegui ha dimostrato di saper farsi sentire dentro l’area, ma il ct ha volato basso: «Ha bisogno di tempo, ma sicuramente fa gol ed è importante per un centravanti». Al Mancio avrebbe fatto comodo avere a disposizione Immobile, ma il solo Ciro non basta. Ecco quindi che si fa strada la candidatura del 23enne Mateo, argentino dalle origini siciliane (Canicattì). Messi alle spalle i momenti difficili col Boca Juniors e le parentesi all’Estudiantes e al Telleres, la svolta per la sua carriera è arrivata a febbraio scorso. Anche il Tigre lo prende in prestito per sostituire Pablo Magnin, ma a suon di gol (19) Retegui lo trascina nella Copa Sudamericana dopo nove anni. Scommessa vinta dal presidente del club di Vitoria, Ezequiel Melaraña, pronto a riversare nelle casse del Boca 2,4 milioni di dollari per assicurarsi la metà del cartellino del giocatore, valutato 20 milioni. A furia di segnare, per Mateo - adocchiato oltre due anni fa anche dall’agenzia di Totti - ora c’è la fila e tra i club interessati è emersa la Lazio. A Formello si sta ragionando su come intervenire in attacco dopo i tanti ko di Immobile. Con l’età che avanza, il capitano – costretto a saltare dodici partite quest’anno – comincia ad aver bisogno di rifiatare, e l’idea di un colpo importante in prospettiva futura fa gola. Di certo un aiuto arriverebbe con un piazzamento alto in classifica e l’eventuale qualificazione in Champions League. Milioni da riversare sul mercato per completare la rosa di Sarri alleviando la dipendenza da Ciro. L’unico dubbio risiederebbe nella capacità di quest’ultimo di dividere la luce dei riflettori sia nel club che nella Nazionale. Il ds Tare da tempo ha bloccato Sallai del Friburgo, ma la variabile Retegui potrebbe stravolgere tutto.

ASTA ITALIANA - Su Mateo sono piombati anche Atletico Madrid, Napoli e Roma, ma in prima fila c’è l’Inter. In attacco sarà rivoluzione nella prossima stagione sia che resti Inzaghi sia che si decida di virare su Antonio Conte (o un altro profilo): Lukaku tornerà al Chelsea (da valutare se si possa riaprire una trattativa, dipende dal prossimo allenatore), Correa sarà ceduto e Dzeko è in stand by. Salvo offerte monstre, dovrebbe restare Lautaro Martinez, mentre resta il rimpianto per Dybala, ma Retegui potrebbe rinforzare la rosa interista. «La sua testa è totalmente rivolta al Tigre e alla Nazionale. Deve restare tranquillo e mantenere i piedi per terra: non deve pensare ad altro che a imparare e migliorare», le parole del padre. Il club di viale Liberazione però ha un asso nella manica: Facundo Colidio. Acquistato nel 2017 a peso d’oro dal Boca Juniors, l’argentino ha un anno in meno di Retegui e gioca in prestito proprio al Tigre. Beppe Marotta non vuole farsi scappare una grande occasione e punta a uno scambio per chiudere un’operazione in stile Lautaro. Per Retegui sarebbe un importante salto di qualità. Fondamentale per la crescita e per l’attacco di Roberto Mancini. Il Messaggero/Valerio Marcangeli e Salvatore Riggio

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