Libro "Diluvio e Delirio"
Copertina "Diluvio e Delirio"

Com'è nata l'idea di “Diluvio e Delirio”.

Un'estate assieme a Valerio Spina abbiamo avuto questa idea, ce la siamo detta ed era già rispettivamente nelle nostre menti. Volevamo raccontare quello scudetto unico nel mondo del calcio, un pensiero che espresse lui per primo ma era una idea che già avevo in mente io, dirci che ci siamo trovati è dir poco. Con lui tra l'altro ho un rapporto che va oltre quello tra semplici colleghi, siamo entrati insieme a Sky nel 2007 e abbiamo condiviso tanto. 

Manuele Baiocchini

 

Essendo in due come vi siete organizzati per realizzare il libro.

Abbiamo lavorato su tutto in simbiosi, senza dividerci il genere dei compiti ma raccogliendo a tappeto tutte le testimonianze possibili di quella Lazio. Dopo aver ascoltato tutti i protagonisti possibili ed aver raccolto una serie infinita di informazioni abbiamo messo tutto su carta nel libro.

Valerio Spina

I tuoi ricordi di quel 14 maggio del 2000.

Avevo appena 18 anni e già iniziavo ad approcciarmi al mondo del giornalismo con qualche collaborazione. Quel giorno mi rendevo conto che ero testimone di un evento irripetibile, con quella serie di circostanze che l'ha reso uno scudetto unico e speciale agli occhi di tutti, non solo per i tifosi della Lazio. Infatti nella storia del calcio qualcosa di simile non si è mai vista.

In quella squadra pazzesca chi per te era un gradino sopra tutti al punto da esser determinante.

Era una Lazio formata da tantissimi campioni. Mi vengono in mente alcuni che erano davvero dei fuoriclasse a livello mondiale: il capitano Nesta su tutti, credo sia insieme a Maldini il difensore più forte di tutti i tempi. Poi ancora, Nedved e Veron a centrocampo e davanti Mancini e Boksic. Tra questi quello che spostava più gli equilibri credo sia Roberto Mancini, è stato dopotutto acquistato per un cambio radicale di mentalità e nel libro si capisce come il suo arrivo abbia apportato un salto di qualità per diventare una squadra vincente, da scudetto. Aveva un carisma ed una leadership in squadra che fu fondamentale. Poi il giocatore che più mi affascinava e che considero tra i più forti era Alen Boksic, qualcosa di devastante che riusciva a farti vincere le partite da solo. Ho un ricordo preciso di un Lazio-Inter 3-0, nel 1998, dove Boksic fece una partita mostruosa, segnando anche e Bergomi in una intervista disse che quando è in giornata raggiunge i livelli di Ronaldo il fenomeno, fu una dichiarazione sacrosanta che disse tutto. 

L'intervista continua nella pagina successiva

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