Tommaso Paradiso
Tommaso Paradiso - Fraioli

Sono giorni difficili per il popolo laziale che nella sera del 25 maggio, in seguito al crollo della rosa biancoceleste contro il Lecce, ha visto dissolversi ogni possibilità di un accesso in Coppa, ma non solo, i tifosi hanno anche dovuto assistere alla 7a partita consecutiva disputata in casa senza vittoria. In merito alla gestione di Claudio Lotito e alla stagione  delle aquile, Tommaso Paradiso ha scritto una lettera, pubblicata sul Corriere dello Sport, che racconta i sentimenti del tifoso biancoceleste dopo 21 anni della gestione del Presidente, inoltre, il cantante si era già esposto sui social in seguito alla sconfitta della Lazio  nell'ultima giornata di Campionato.

La lettera di Tommaso Paradiso 

Dopo ventun anni desideriamo tutti voltare pagina. Non dico per vincere, ma per tornare almeno a sognare. C’è bisogno di aria nuova. Ci sono dolori più grandi del calcio, e in questi tempi ne facciamo esperienza tragica. Ma siamo uomini così piccoli che, per sfuggire a tutto questo, ci rifugiamo nel chiacchiericcio calcistico. Per questo, permettetemi di scrivere due righe, lievi ma sincere, su ciò che provo per la squadra che amo. Il coma. È il coma della Lazio. La sensazione che non ci sia più niente da sognare, niente a cui aggrapparsi. Ogni stagione è uguale alla precedente: un piccolo passo avanti, poi due indietro. Mancano idee, mancano risorse. La Società Sportiva Lazio si regge soltanto sul portafoglio dei tifosi: paghiamo maglie, abbonamenti, biglietti, piattaforme. Tutto. E riceviamo in cambio sempre la stessa comunicazione: un messaggio lontano, distante, impersonale. Come se Formello fosse un altro mondo. 

Il messaggio a Claudio Lotito 

Il Presidente non ha capito, o non vuole capire, che il tifoso non è “cliente”. Non è solo “soldi”. E se caccia solo i “soldi”, il tifoso, prima o poi, lo caccia. Da 21 anni assistiamo a uno scontro frontale che si ripete, come se non si potesse mai davvero cambiare corsia. È una guerra inutile che genera solo divisioni. Una spirale che consuma tutti, sempre allo stesso modo. Sempre. Con tutto il rispetto, io vengo da una provincia, sono cresciuto con la storia della Lazio nel cuore: quella dell’eroismo, della battaglia. Non mi basta più “sopravvivere”, voglio tornare almeno a sognare. Voglio una Lazio che, pur non potendo sempre vincere, torni a far battere il cuore. Che torni a competere, a provare. Non è solo questione di risultati, è questione di dignità sportiva. Ventun anni sono lunghi. Eppure ogni rapporto, anche quello fra tifosi e società, ha bisogno di aria nuova, di nuove energie, di un cambio di rotta. Caro Presidente, se potessi darle un consiglio, le direi di fare un passo indietro, proprio per permetterci di farne uno avanti. Perché il sogno, per chi ama, non può morire così. Forza Lazio, sempre.

Nella pagina successiva il messaggio di Tommaso Paradiso nel post Lazio-Lecce

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