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 A caccia del gol perduto. La rivoluzione, in campo e sul mercato, deve ripartire dall'attacco. Sarri lo ha urlato per un anno, a Tudor è bastata una settimana per capirlo. Ora forse pure la società lo ha compreso, nonostante gennaio sia volato senza un accenno di rimedio. È cambiato il modulo e l'idea di calcio, ma il problema della Lazio è sempre lo stesso. In tre partite, cinque tiri nello specchio, quattro all'esordio vincente contro la Juventus (e la rete di Marusic al 93'), zero nella semifinale di andata in Coppa Italia, appena uno (il tentativo sterile di Castellanos da lontano) nel derby di sabato. Ovvio che così diventa pura utopia rimontare da una situazione di svantaggio anche quando, come dice Lotito, i biancocelesti «avrebbero meritato il pareggio». Immobile sembra al tramonto, da 10 gare a digiuno, come non gli era mai successo dal suo sbarco nel 2016 a Formello. Al momento il Taty non garantisce sotto porta il suo vecchio fiuto. Che Ciro resti o meno, a giugno andrà trovato un bomber vero (Ioannidis piace, ma è affidabile il campionato greco?), cogliendo magari occasioni importanti (vedi Simeone e Dia) a costo contenuto. Non va però sostituito solo il centravanti, servono comunque i rifornimenti alle spalle e altri gol.
 


 

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