Fraioli
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Luigi Martini, campione d'Italia con la Lazio nel 1974 e presente all'Olimpico festeggiamenti del 50° anniversario, si è lasciato andare in una lunga riflessione su Facebook in merito alle parole di Maurizio Sarri. L'ex terzino biancoceleste si è detto deluso e amareggiato per l'addio del tecnico toscano, definito come un uomo pieno di valori morali e che ha lasciato un grande vuoto nell'ambiente Lazio, lo stesso ambiente che lo ha allontanato e che lo ha fatto sentire solo, portandolo a presentare le dimissioni.

Queste le parole di Martini pubblicate su Facebook:

Che fretta c’era

Il calcio è un fenomeno sociale che non accenna a perdersi nel tempo. Di generazione in generazione muta quanto basta per stare al passo con la differenza che nasce tra padre e figlio e in gran parte determinata dalla tecnologia che avanza a velocità impressionante. Prendiamo la rete e dunque i social, cioè la possibilità di far conoscere la propria opinione su un argomento del quale si sta parlando,in tempo reale, proprio come sto facendo io adesso. Io sono un sostenitore convinto dell’uso della tecnologia come strumento che migliora la qualità della vita. Certo ,c’è un prezzo da pagare, la facilità della comunicazione accentua la differenza tra padre e figlio. Dobbiamo abituarci al fatto che è più difficile trasmettere i valori che sono quelli a sua volta ereditati dal padre del padre perché i figli hanno i social come elemento di confronto

e spesso si allontanano per seguire orientamenti sociali e di pensiero molto distanti da quelli che i padri avevano in mente. Uno dei pochi strumenti di vecchio tipo che resiste nel tempo è il calcio. Il calcio è meno veloce della rete, ma ha un vantaggio enorme, un vantaggio che è patrimonio dell’uomo e che noi chiamiamo ANIMA . L’anima non è come sembra un concetto astratto, è invece una costruzione basata sui valori che si rinforza tempo dopo tempo e che non è sostituibile con l’avanzare della tecnologia. Attraverso il calcio possiamo trasmettere quei valori che nei social si perdono nel disordine che crea la fretta. Valori come la lealtà, il rispetto, il coraggio, la riconoscenza, ci vuole tempo perché siano una solida base per il giovane che cresce per diventare uomo. Un uomo che ha un‘anima lo riconosci subito perché non ha paura ,accetta il confronto e riconosce il valore negli altri. Così ha fatto Sarri, si proprio lui, lui l’unico allenatore che ha avuto manifestazioni di apprezzamento per Maestrelli e per quella squadra, l’unico che lo ha fatto più volte, che ha sentito sua la festa per i cinquant’anni dal primo scudetto. Un uomo così è un uomo che vale e andava difeso. Lo abbiamo processato e lui ha accettato il verdetto, se ne andato in silenzio continuando ad emozionarsi quando parla di quella Lazio, quella di una vita fa.

Lo abbiamo allontanato!!!

CHE FRETTA C’ERA

Le immagini:

 

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