Il solito fenomeno, il solitoMilinkovic. Ormai è diventato scontato, quasi banale per quanto è forte. Troppo superiore quando c'è da confrontarsi con i centrocampisti delle altre squadre. Anche contro lo Spezia è stato un dominio assoluto. Al di là delle due reti - classe allo stato puro - il Sergente ha messo in campo una prestazione sontuosa. Gli unici a non essere stati oscurati dalle sue giocate sono stati Felipe Anderson e Zaccagni. Le ambizioni di questa Lazio passano inevitabilmente dal rendimento, fino a oggi stratosferico, del Sergente.

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Se in più ci mettiamo anche i gol, allora diventa quasi superfluo mettersi a cercare un altro nel suo ruolo più forte nel campionato italiano. Tutte le statistiche sono dalla sua parte. Domenica ha toccato 162 palloni, di cui ben 32 sotto pressione. Il dato che impressiona maggiormente però riguarda la percentuale di tocchi di prima: ben il 46% dei suo passaggi sono arrivati sapendo già a chi indirizzare la sfera. E poi ci sono i numeri sulle palle aeree: 14 volte è andato a saltare, la media di altezza è di 2.04 metri. Là dove osano le aquile. Lui però ultimamente è diventato più concreto, ha messo da parte i leziosismi. Sta anche qui la crescita di Milinkovic, sempre più a disposizione della squadra. Negli ultimi anni è sempre stato tra quelli che hanno corso di più, instancabile. Nelle ultime due giornate poi si è messo anche a segnare. Tre gol nelle due partite contro Cremonese e Spezia, un altro traguardo speciale è a portata di mano. A due passi dalla storia: gli mancano due gol per agganciare Klose e Pandev (64 gol a testa) nella classifica dei marcatori stranieri della Lazio. Il tedesco e il macedone, attualmente, sono in prima posizione. Ma il Sergente è a -2 (62 centri fino a questo momento).

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La vetta è un passo: le occasioni, considerando la sua importanza nello scacchiere di Sarri, di certo non mancheranno. Già a cominciare dalla gara di Graz di giovedì pomeriggio. A maggior ragione pensando che era stato proprio suo il gol della bandiera nella disfatta contro il Midtjylland. Intanto ieri al salone d'onore del Coni Immobile avrebbe dovuto ricevere il Premio Beppe Viola. A ritirarlo al suo posto è stato il portavoce della Lazio, Roberto Rao, che ha sostituito l'attaccante, assente per un motivo a dir poco speciale. L'attaccante della Lazio, insieme alla sua Jessica, sta aspettando il quartogenito. «Avevamo organizzato tutto perché lui fosse qui, anche avvertito mister Sarri. Ciro è una di quelle persone che fa la differenza. Questo premio è importante è gratificante per noi», ha dichiarato Rao durante la premiazione in onore di Immobile. Il Tempo/Daniele Rocca

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