Arriva la Champions e il carattere per cui è stata preso Guendouzi fa subito la differenza. Verve, rabbia agonista e una quantità smodata di palloni recuperati gli sono valsi il premio di MVP contro il Bayern Monaco, trofeo consegnatogli dalla UEFA a fine partita. 
Ma non solo lavoro ‘sporco‘ per l’ex Marsiglia: è stato un vero e proprio dominatore del centrocampo, con un intenso lavoro difensivo ha contribuito agli 0 tiri in porta del Bayern (prima volta negli ultimi 5 anni) ma anche con svariati palloni smistati con qualità in avanti. 
I giocatori più cercati Isaksen e Gila: 6 passaggi serviti a entrambi, a dimostrazione del fatto che ha saputo alternare visioni di gioco volte all’attacco quando c’era da attaccare, e di contenimento quando c’era da difendere. L’intelligenza di capire i momenti all’interno di match così decisivi. In totale 32 passaggi riusciti su 38 tentati.

E pensare che il classe ‘99 è stato, per ordine di tempo, l’ultimo arrivato a Formello dal calciomercato estivo. Ma in biancoceleste Guendouzi ha trovato subito la sua dimensione: mai in discussione, si è integrato immediamente nello scacchiere di Sarri (a differenza del suo dirimpettaio Kamada) ed è sembrato all’istante l’uomo giusto nella squadra giusta. Un giocatore così serviva, un mix di carisma, irruenza ma tanta, tanta qualità. Con i tifosi è stato amore a prima vista.

Il suo carattere fumantino è una caratteristica che si porta dietro da sempre: al Lorent, ancora 19enne, è stato messo fuori rosa per aver indossato, all’indomani dello scontro diretto perso con l’Ajaccio dove non era stato convocato, proprio la maglia biancorossa dei corsi. All’Arsenal, mister Emery riuscì a disciplinarlo affidandoli un ruolo da titolare nei Gunners. Alla Lazio sembra invece essere esploso definitivamente: per come tiene il campo sembra un giocatore esperto, ma la carta d’identità recita 24 anni e i margini di miglioramento sono ancora altissimi.

Corriere dello Sport

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