Quanta scaramanzia, quanti retroscena prima di un grande concerto: la Lazio supera l’esame di continuità in coro, con gli acuti dei tre tenori, tornati a cantare insieme come non succedeva da tempo. Immobile cambia il sesto scarpino da inizio campionato per interrompere il braccio di ferro col Fato avverso e tornare patrono della Nord. Evviva Ciro a quota 185 gol, a -3 da Signori, Gilardino e Del Piero: la top ten di tutti i tempi è a un passo, a breve inizierà il conto alla rovescia anche su Totti, a +65 al secondo posto. Evviva Milinkovic con il 23esimo  assist (dal suo sbarco ora sono 41) per il bomber, un cross copiaincollato dall’1-0 dello scorso 16 aprile a Torino. Nessuno ha preso parte a più azioni terminate con il gol (7) né fornito più passaggi decisivi (4) in questo campionato. Ovviamente Sergej è contento: «Ma volevo far gol». Lo aveva promesso alla sorella (era il compleanno), ma anche a Stojkovic, ospite proprio del centrocampista biancoceleste all’Olimpico. L’attuale ct serbo (ex del Verona) era lì anche per visionare - in vista dei prossimi impegni contro Svezia e Norvegia in Nations - Ivan Ilic, umiliato nel finale sotto le gambe da Luis Alberto. Proprio lui che doveva essere il sostituto di un Mago, che a sua volta invece mostra fiero la 10 sulle spalle ed esulta ancora polemico: è arrabbiato con un preparatore che, poco prima del sigillo all’angolino, gli urla di tornare indietro a dare una mano. Lo spagnolo è nervoso perché vorrebbe più spazio dall’inizio, si sente un titolare indiscusso, eppure in corsa sta diventando un valore aggiunto: 3 degli ultimi 5 gol da subentrato. In realtà, quando i ritmi sono bassi e c’è spazio, Luis Alberto è sempre un autentico fenomeno. Negli occhi c’è ancora la prova monstre contro il Feyenoord: due perle di seguito del Toque non si contavano da gennaio 2021. Insieme a Immobile poi, il fantasista non segnava addirittura dallo 0-3 a Cagliari dello scorso 5 marzo. Altro che cena a tre, questa è un'abbuffata per tutta la Lazio.

ESAMI PER ZACCAGNI E LAZZARI - Anche stavolta Lotito scende negli spogliatoi a fine incontro: «Che bella, questa Lazio». Complimenti a tutto il gruppo e a Sarri, riscopertosi allenatore da turnover vero. Funzionano, eccome, le rotazioni adesso. Venerdì c'era stato un confronto telefonico fra il patron e il tecnico per il mancato utilizzo in Coppa di Maximiano (scelta addossata a Tare e Grigioni sul mercato), ma anche di Casale, da lui invece voluto a tutti i costi a gennaio finalmente al debutto assoluto contro il Verona insieme alla prima da titolare di Marcos Antonio. Ci voleva tempo, Sarri lo aveva detto. Dev'essere graduale l'ingresso. Così nessuno sfigura in questa nuova Lazio. C’è bisogno dell’aiuto di tutti già prima dello stop: oggi esami per Lazzari e Zaccagni in Paideia, sperando sia scongiurato lo stiramento almeno per l’esterno sinistro. Anche se almeno la caviglia di Pedro sta migliorando e sarebbe un recupero fondamentale per le trasferte ravvicinate di Midtjylland e Cremona (settore ospiti esaurito con 2450 tifosi al seguito). C’è entusiasmo, la riapertura (fra dopodomani e venerdì) della campagna abbonamenti intende cavalcarlo. Sarri ha conquistato un popolo con il gioco e persino con gesti e parole talvolta fuori posto. Non è stato ancora ascoltato dalla Procura Federale per le accuse verso gli arbitri dopo la gara con il Napoli, resta nell’aria il deferimento. E ora anche la squalifica per il dito medio al ds del Verona, Marroccu. Ma la Curva è al suo fianco: «Giù le mani dalla Lazio». E dal sogno Champions: la musichetta già rimbomba sull’eco dell’ultimo concerto, che ritrova insieme Immobile, Milinkovic e Luis Alberto. Il Messaggero/Alberto Abbate

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