Altro che i 16 gradi con rovesci di Rotterdam. Nonostante il prossimo impegno sia contro il Feyenoord, Sarri è già in clima derby e ancora se ne rammarica. Il Comandante ci ha provato a resistere, ma alla fine non ce l’ha fatta e per pensare troppo alla stracittadina ha pure perso Milinkovic. «Tornassi indietro lo met- terei titolare. Ogni volta che ho provato a fare i calcoli alla fine è sempre venuto fuori un casino», questa l’ammissione in conferenza del tecnico della Lazio che rimbomba tuttora a Formello. Se an- che un allenatore concentrato al dettaglio su ogni singolo avversario si mette a pensare così in anticipo al derby, allora si tratta dav- vero di una partita differente: «Raramente avevo fatto scelte di questo tipo, ma questa gara ti en- tra un po’ nell’anima».

CONDIZIONATO - Sarri ci ha sempre provato a prendere le distanze dall’euforia cittadina dichiarandolo anche pubblicamente: «Arrivare prima della Roma in classifica? Questa città merita due squadre forti. Basta con questo approccio provinciale. Il derby sarà sempre sentito, è la partita dell’anno, ma bisogna iniziare a pensare in maniera diversa». Un messaggio chiaro quello dello scorso 7 maggio, ma allo stesso un tempo un bluff svelato una settimana dopo con la certezza di aver chiuso davanti ai giallo- rossi al quinto posto: «Io rappresento un popolo e gli devo rispetto». Pensieri contrastanti per un tecnico che ormai alla Lazio ci si è legato fino a ragionare più col cuore che la testa, ma solo raramente. A Formello ha ritrovato il divertimento di allenare, primo tassello per puntare a quell’«utopia» che gli permette sempre di migliorarsi, ma adesso è il momento di fare sul serio. Il ko con la Salernitana è arrivato nel modo peggiore. La squadra stava dimostrando di riuscire a vincere anche senza Immobile, ma con i granata anziché spiccare il volo c’è stato un passo indietro con l’aggravante della squalifica di Milinkovic per il derby, ufficializzata ieri dal Giudice Sportivo. Un forfait da incubo nella mente del Comandante, rimasto sconvolto dai precedenti senza Sergej e Ci- ro. In sette gare la Lazio ha porta- to a casa solamente una vittoria e un pareggio a fronte di cinque sconfitte, quattro delle quali in Europa League. L’insegnamento di domenica però è quello di non guardare troppo avanti, anche perché almeno il serbo domani ci sarà a Rotterdam e proprio da lì dovrà ripartire la corsa della Lazio. Con la strigliata dell’Olimpico il Comandante ha voluto sti- molare i suoi calciatori perché adesso in ballo ci sarà una larga fetta di stagione. Guai perciò a gettare al vento quanto di buono fatto finora.

FOCUS SUL FEYENOORD - Prima dell’1-3 con la Salernitana la Lazio aveva abbassato la media dei gol subiti a partita oltre il 70% e Provedel era a un solo passo dal record di clean sheet del club in Serie A (7). La fabbrica del gol non si era mai fermata, addirittura anche senza Immobile, con due centri di media a partita. Al pacchetto va poi aggiunta la miglior partenza di Milinkovic da quando è arrivato nella Capitale (5 gol e 7 assist) e uno Zaccagni formato Nazionale che con 5 acuti ha già superato il bottino della passata stagione in campionato con la Lazio (4). Una sola sconfitta in campionato, tra l’altro contro l’imbattibile Napoli, rispetto alle tre della passata stagione, e sei punti in più. Il crollo di domenica ha leggermente abbassato le percentuali, ma in ogni campo la Lazio di Sarri ha mostrato pro- gressi che andranno riproposti già in Olanda per raggiungere il primo obiettivo. Passando come prima il girone vincendo domani, la Lazio si porterebbe a casa un tesoretto di circa 12 milioni di eu- ro senza considerare il market pool, calcolato a fine competizio- ne. Perché rovinare tutto? Ora è tempo di concentrarsi sulle fatiche europee che solitamente in trasferta raddoppiano vista la me- dia punti a partita dal 2018 (0,6). Poi toccherà al derby, magari con un ritiro a Formello. Il Messaggero/Valerio Marcangeli

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