Franco Nanni, membro della leggendaria 'Banda Maestrelli' e protagonista del primo scudetto biancoceleste, festeggiato nel prepartita di Lazio-Empoli in occasione del 50º anniversario, ha concesso un'intervista esclusiva a Tag24 per condividere le emozioni vissute all'Olimpico. Durante l'intervista, Nanni ha anche espresso il suo punto di vista sulla Lazio attuale e sulle sue prospettive. Queste le sue parole:

Quando sono entrato in campo sono rimasto allibito. Mi ha dato una botta di adrenalina pazzesca, cercavo di trattenere le lacrime, ma dopo dieci secondi ho pianto vedendo quell’amore nei nostri confronti. E’ segno che abbiamo fatto qualcosa di straordinario che a distanza di anni lascia ricordi piacevoli. All’epoca eravamo sempre a contatto con la gente, e si recepiva questo amore. Noi cercavamo di ricambiare nel miglior modo possibile. Non mi aspettavo tutto questo amore nei nostri confronti, con tutte quelle bandiere, le coreografie meravigliose, ti rende orgoglioso di aver fatto parte di quella squadra

Sul ricordo più bello da giocatore:

Egoisticamente il gol al derby contro la Roma, ma anche la partita contro il Foggia: appena entrati abbiamo visto lo stadio strapieno, un insieme di colori biancocelesti e bandiere, pazzesco

Con chi ha legato di più:

Frustalupi, condividevo anche la stanza con lui. Parlavamo spesso insieme, anche in campo eravamo vicini di ruolo, mi consigliava spesso. Secondo me è stato l’ago della bilancia che ci ha permesso di mettere le mani sullo scudetto. Io ero un po’ timido, a volte mi sentivo inferiore a lui perché era più tecnico, ma a Mario non importava: rideva, scherzava, mi faceva sentire a mio agio

Le differenze con quella Lazio:

E’ un calcio diverso ora, noi eravamo più a contatto con la gente perché eravamo divisi da una rete, accorrevano in tantissimi. Oggi la squadra si allena in un centro sportivo ed è più distaccata, ma sono tempi diversi. Non ho tanto visto lo spirito di quella Lazio nel corso della stagione, non riesco a individuare quel leader caratteriale capace di poter trascinare la squadra. A volte siamo un po’ pacati, che è un vantaggio come uno svantaggio, ma a volte serve essere più determinati. Tocca vedere anche che giocatori avrà a disposizione Tudor. Noi avevamo Chinaglia e Wilson che ci fulminavano solo con lo sguardo se non davamo il massimo. Oggi non vedo questo tipo di giocatore in rosa

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