Sabato alle 20.45 andrà in scena il primo match della Lazio senza Maurizio Sarri in panchina. Dopo le quattro sconfitte consecutive e le dimissioni del tecnico toscano, i biancocelesti saranno impegnati allo Stirpe nel tentativo di onorare questo finale di stagione. Ad affrontarli il Frosinone di Di Francesco, in crisi di risultati da diverse settimane e al terzultimo posto in classifica. In occasione della sfida di sabato, ai microfoni di LazioPress.it è intervenuto il doppio ex Ernesto Calisti.

Ripartiamo dalle ultime ore. Si aspettava le dimissioni di Sarri?

Sono molto dispiaciuto, ero legato a lui e al modo di giocare. E' andato via con dignità rinunciando ai soldi, non so quanti lo abbiano fatto negli ultimi anni. Si è assunto responsabilità e ha tolto alibi ai calciatori, che nel bene o nel male determinano”.

Cosa le lasciano questo triennio di Sarri?

Erano anni che la Lazio non arrivava seconda come agli ottavi di Champions. Un secondo posto ottenuto giocando un calcio splendido. E' chiaro che quando un allenatore vuole crescere e per questo ti chiede nomi diversi da quelli arrivati la situazione cambia: i calciatori richiesti non sono arrivati. La Lazio aveva un'idea di gioco, anche divertente: mi dispiace moltissimo per il suo addio. In questa stagione è andata meno bene, ma al di là del momento difficile la motivazione più probabile è l'aver capito che qui non c'è margine di crescita e non si vuole migliorare: dopo un secondo posto di quel tipo è chiaro che l'allenatore voglia crescere, forte del proprio livello anche internazionale tra l'Europa League vinta e lo scudetto con la Juventus. Voleva creare un ciclo importante e ha capito che qui non c'è questa volontà. Sarei stato contento fosse rimasto a lungo. Ora sta ai calciatori, non hanno più alibi: sono curioso di vedere”.

Tudor è il nome giusto? 

E' un buon allenatore, magari per amore verso il calciatore avrei preferito un nome come Klose, personaggio conosciuto a livello mondiale al netto della poca esperienza. Tudor sono anni che allena, speriamo possa far bene”.

Non la preoccupa tatticamente il ritorno al passato con una difesa a tre?

Questo non lo so, è chiaro che oggi i calciatori in testa hanno il 4-3-3. Non credo che tornare indietro sia così complicato, la bravura dei giocatori ti può dare una mano. Magari qualcuno in termini di ruolo può trovarsi in difficoltà, parlerà il campo: le cose potrebbero andare bene come male. Dopo tre anni di Sarri la mentalità acquisita è sicuramente differente, ci vorrà tempo per cambiare modo di giocare. Staremo a vedere”.

Cosa chiede ai calciatori della Lazio per questo finale di stagione?

Mi aspetto massimo impegno, con l'Udinese è stato il momento più basso, è sembrata una resa totale. Mi aspetto impegno verso maglia e tifosi, che continueranno a seguire la Lazio ovunque come fatto quest'anno. Le partite si possono vincere o perdere, ma con un determinato atteggiamento”.

Frosinone in crisi di risultati: come la pone nella lotta alla salvezza?

Ha giocato spesso un buon calcio, il problema è il non riuscire a buttarla dentro, e se non lo fai tu lo fanno gli altri. E' una squadra propositiva, a volte sfortunata e imprecisa. Quando lottavo per la salvezza con il Verona abbiamo battuto il Milan di Sacchi, è chiaro che oggi la Lazio è mentalmente giù. Mi auguro che la Lazio possa cercare di portare a casa i tre punti, per cercare di restituire un minimo di tranquillità all'ambiente. Vista la condizione della Lazio vedo in leggero vantaggio il Frosinone”.

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