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L'intervista a Marco Parolo condotta da Cronache di Spogliatoio per la rubrica “Road to Monaco”. L'ex Lazio ha raccontato il suo legame con gli ex calciatori della Lazio, Francesco Acerbi e Stefan De Vrij, e con Simone Inzaghi, con cui ha condiviso il cammino in biancazzurro per diversi anni. 

Parolo ha dedicato parole di grande affetto nei confronti degli ex compagni di squadra, impegnati il prossimo sabato nella finalissima di Champions League contro il PSG. 

Parolo a Cronache di Spogliatoio

Io se immagino gli ultimi minuti della partita col Barcellona, fa tre/quattro interventi di un'intelligenza e di una lettura che ti cambiano la stagione e le partite. E questo vuol dire essere importante per una squadra, essere un leader anche se non giochi, perché se andiamo a vedere le immagini, gli ultimi assalti è sempre De Vrji che ci mette una pezza e che ci toglie le castagne dal fuoco. È uno che studia, che chiede tantissimo il confronto. Ha aiutato anche Dumfries. È una persona che in una squadra come l'Inter devi sempre tenere dentro, perché poi ha capito qual è il suo spazio, si è ritagliato il suo spazio. 

Continua Parolo

E un altro aneddoto su Stefan è la famosa partita Lazio-Inter, dove la cosa che mi spiace tantissimo è come la Lazio, i tifosi, hanno accusato Stefan di quella partita. Però dall'altra parte c'è stata una settimana veramente difficile per lui. Lui fa una partita fantastica la settimana prima a Crotone. Lui voleva assolutamente chiuderla lì. Il problema è che noi pareggiamo. Nel secondo tempo a Crotone era dappertutto. Sapeva la difficoltà a cui sarebbe andato incontro. Lui inizia la settimana e non vuole mai giocare. Parla con me e dice 'Marco, io con tutto il bene che vi voglio, ma sono in enorme difficoltà. Cambia totalmente la mia carriera l'anno prossimo. Per tutto il bene che voglio alla Lazio, ma ho anche la mia di carriera'. Lui non voleva assolutamente giocarla. Poi perché è un buono, si mette a disposizione. Era chiaro che non fosse al 100%, non ha mai fatto una scivolata sbagliata in area di rigore in tutta la sua carriera. La fa su Icardi. Mentalmente può capitare, da giocatore io non l'ho mai accusato. Dopo la partita avevo organizzato una cena di saluti con tutti i compagni, che era una festa. Eravamo in pochi, c'era delusione, c'era amarezza. Però c'era il riconoscere da parte mia quello che era stato il valore suo. Sapevo che lui c'era rimasto male. Lui come uomo e come ragazzo è stato fantastico. Mi è spiaciuto che non tutti fossero presenti perché si meritava di chiudere con una festa.

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