Marcelo Salas e gli aneddoti nel periodo alla Lazio
L'ex attaccante cileno rivive i ricordi con la maglia biancoceleste

Un vero pezzo di storia della società sportiva Lazio, un giocatore che ha scritto la maggior parte dei successi biancocelesti. Parliamo di Marcelo Salas alias El Matador. Di recente il suo ritorno a Roma per festeggiare i 25 anni dallo storico scudetto vinto nel 2000, con la guida del compianto Sven Goran Eriksson. L'ex attaccante cileno è tornato inoltre nel centro sportivo di Formello ed ha rilasciato una emozionante intervista con la Panini al fianco di un altro ex giocatore, Emanuele Tiribocchi. Di seguito le parole di Salas sul suo periodo biancoceleste.
L'arrivo alla Lazio
Un acquisto che avvenne a gennaio del 1998 nonostante poi sbarcai a Roma mesi dopo, nel calciomercato estivo. Nello Governato venne a prendermi in Argentina. Sono arrivato e mi hanno presentato il giorno dopo. Segnai anche due gol al mondiale contro l’Italia e fu il mio biglietto da visita. Era un sogno giocare nel calcio italiano. Ero molto amico con Almeyda. Anche De La Pena e Conceicao erano miei grandi amici. Un grande anno, ma quello dopo è stato più difficile perché sono arrivati grandi giocatori e c'era più concorrenza. È stato bellissimo, abbiamo vinto cose importanti che la gente ancora ricorda
La vittoria della Supercoppa europea contro il Manchester United.
L'abbiamo vinta contro il grande Manchester United di Ferguson, a Montecarlo. Eriksson iniziò con Inzaghi davanti, lui ebbe un infortunio dopo pochi minuti a causa di un fallo di Stam. Ero arrabbiato perché non ero partito dal primo minuto, avevo tanta voglia di entrare e menomale che è finita bene. Ho fatto gol e abbiamo vinto quella coppa, molto importante per noi e per i tifosi. Poi abbiamo vinto un’altra coppa importante contro il Mallorca, con gol di Vieri e Nedved.
Lo storico scudetto del 2000
Nonostante siano passati tanti anni, ma i ricordi sono gli stessi. Dovevamo aspettare negli spogliatoi che finisse Perugia – Juventus. Eravamo nervosi, ascoltavamo la radio. Una volta terminata siamo andati in mezzo ai tifosi, è un ricordo molto fresco, come fosse ieri.
Gli allenatori che hai avuto
Sono arrivato con Zoff, poi arrivò Eriksson. Il Presidente Zoff è stato un grande portiere, è stato un onore per me. Eriksson tatticamente era bravissimo, ma era impressionante nella gestione della squadra. Abbiamo avuto qualche confronto acceso, ma mi ci sono trovato sempre bene.
Il derby della capitale
Bellissimo aver segnato al derby. La città vive per quella partita, come in Argentina. La città si ferma, si parla tutta la settimana prima ma anche quella dopo. Sono stato fortunato a vivere quei momenti. Il primo gol che ho segnato al derby era un rigore, è stata una delle reti più importanti ma ricordo anche contro il Milan all’Olimpico, al 4-4, è stato molto bello.