Mandas
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Seconda parte dell'intervista a Mandas


L'unica libertà che si concede a questo punto sono i tatuaggi. A quale è più legato?


Questi (mostra il braccio, ndr.) mi ricordano la Grecia. Ma il più importante è questo con mio padre. Lui è sempre presente, gli devo tutto.


A proposito di Grecia, alla Lazio piace tanto il suo compagno di Nazionale, Fotis Ioannidis, lo sapeva?


Sì, certo. Con lui ne ho parlato anche la scorsa estate. Ovviamente anche per Fotis sarebbe un sogno venire in Serie A, ma non so se il Panathinaikos lo farà partire, è anche il capitano.


Che tipo di attaccante è?


È un killer in area di rigore. Quest'anno ha segnato meno per colpa di un infortunio, ma vi assicuro che è molto forte. È bravo anche ad aiutare la squadra, a venire incontro e aprire gli spazi per i compagni.


E il suo rapporto con la Nazionale? Vuole diventare titolare anche lì?


Siamo un gruppo molto giovane, abbiamo fatto tutto il percorso nelle giovanili insieme. Siamo amici, quindi per me è difficile sentire la rivalità con i miei compagni.


La Grecia, appunto. Lei sa che i colori della Lazio sono ispirati proprio alla bandiera greca?


Me lo ha detto un ragazzo appena sono arrivato a Formello, mi ha raccontato questa storia. Ho sentito subito dentro di me un legame speciale, come se qui stessi ancora a casa mia e potessi rimanere a vita.


A inizio stagione ha giocato solo in Europa, quando ha capito che stava per diventare il titolare? Cosa le ha detto Baroni?


Non mi ha detto niente, ho capito che serviva il mio aiuto e ho cercato di farmi trovare pronto.


Però a Bergamo nessuno si aspettava il suo impiego...


Cinque minuti prima della riunione tecnica mi ha chiamato per dirmi che avrei giocato, ma non mi ha detto qualcosa di particolare, solo di replicare in partita quello che faccio in allenamento.


Torniamo al suo esordio con la Lazio, il derby del 10 gennaio 2024. Che emozione è stata?


È il momento in cui la mia carriera è cambiata. Però sono contento che fosse il derby, non l'ho vissuto con troppa pressione.


Tra le serate più difficili c'è senza dubbio quella con il Bodo?


Arrivavamo dal 2-0 in trasferta ma credevamo fortemente nella rimonta. Quando abbiamo segnato il 3-0 eravamo convinto di avercela fatta, poi il gol a fine tempo supplementare c'ha distrutto. Lì sono finite tutte le energie.


Dal suo punto di vista cosa ricorda dei rigori?


Avevo studiato gli avversari e la cosa incredibile è che gli unici due rigoristi hanno sbagliato entrambi. Gli altri non avevano mai tirato un rigore in carriera... il calcio è davvero inspiegabile.


Che voto sente di dare alla stagione della Lazio?


È stata una stagione difficile, lunga e con tanti giocatori nuovi. Però penso che in campionato di 37 partite ne abbiamo fatte 28-30 molto buone e le altre invece no. Non sempre siamo riusciti a fare quello che ci chiede il mister.


E se alla fine dovesse essere Conference League?


Preferisco non rispondere a questa domanda perché tutti nello spogliatoio pensiamo che la Champions sia ancora possibile, quindi ci proveremo fino alla fine.


Stagione quasi terminata, poi ci saranno gli impegni con le Nazionali, ma come trascorrerà le sue vacanze?


Passerò del tempo tra qualche isoletta in Grecia, una piccola vacanza prima di tornare ad allenarmi in modo un po' più serio quando tornerà ad Atene.


E invece un messaggio per i tifosi?


Per me sono stati meravigliosi, ci hanno sempre supportato, specialmente nei momenti di difficoltà. Invece di fischiarci ci hanno sempre applaudito. Alcuni sono venuti persino in Norvegia anche se non avevano il biglietto per entrare allo stadio. Non li ringrazieremo mai abbastanza per quanto ci sono stati vicino.

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