Gianluca Rocchi
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Terminata la sosta delle Nazionali, il campionato italiano darà il via alla dodicesima giornata con Udinese-Bologna e Cagliari-Genoa in programma domani alle ore 15:00. Ai microfoni di Sky Sport, Gianluca Rocchi ha voluto fare un bilancio di questa prima parte di stagione: ecco tutte le tematiche trattate dal designatore arbitrale.

Gianluca Rocchi
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Rocchi si esprime sul comportamento dei calciatori

Ho chiesto di non accentuare situazioni che riguardano colpi eventuali al viso, perché questa rigidità arbitrale nasce per proteggere i calciatori. L’ammonire chi colpisce il volto dell’avversario con un braccio o con il gomito nasce per tutelarli, ma se viene utilizzato per far ammonire un collega, è un boomerang soprattutto per i giocatori, perché stai facendo ammonire un collega per una cosa che non esiste.

Il commento sulle simulazioni

La simulazione è qualcosa che non viene tollerato da chiunque ami questo sport, contro il sistema, non freghi solo l’arbitro e sei contro il sistema calcio: mi auguro che capiscano la delicatezza dell’argomento e che non ribaltino sempre il problema arbitrale, magari l’arbitro ha sbagliato, ma cerchiamo di essere collaborativi. Preferisco prevenire che curare.

Il Var

Sul VAR abbiamo fatto qualche errore di troppo. Dobbiamo lavorarci di più, non può sostituire l’arbitro. Chi prende la decisione finale è l’arbitro di campo, dobbiamo usare il VAR al meglio e abbiamo commesso errori che potevamo tranquillamente evitare. La cosa positiva è che stiamo facendo crescere un gruppo di ragazzi, i giovani stanno facendo grandi partite anche sui campi di Serie A. Sono preoccupato del dover lavorare su questo aspetto ma dall’altra parte sono motivato perché i ragazzi crescono e rispondono bene alle sollecitazioni.

Il tempo effettivo e i minuti di recupero

Premesso che il tempo effettivo non lo dettano gli arbitri, è chiaro che negli anni sono state aggiunte tante cose come VAR e cinque sostituzioni, e quest’anno l’annuncio. Secondo me giochiamo di più, e molto probabilmente l’impegno fisico è superiore. È un trend in calo in questi anni, però è un discorso che dovremmo affrontare con le squadre stesse, anche se noi arbitri potremmo fare qualcosa naturalmente. In Champions League la qualità del gioco è superiore, ci sono gare tanto belle anche da arbitrare: quando una gara è bella fluida e senza interruzioni anche l’arbitro fa belle figure. I ritmi e il numero dei falli li dettano i giocatori, non gli arbitri. La differenza tra quella competizione e il nostro campionato c’è. Bisogna parlare di arbitraggio di qualità o meno: il numero dei falli non corrisponde al tempo effettivo, in Roma-Inter con 47 falli ha avuto 55 minuti di tempo effettivo, un numero sopra la media. Siamo in crescita anche sul recupero, all’inizio abbiamo recuperato poco, ma non è che recuperando di più si recupera così tanto tempo effettivo. I minuti di recupero? Il conteggio è abbastanza semplice, a volte può essere più lungo e dobbiamo lavorare in quello: il problema è se giochiamo un minuto in meno, non un minuto in più. Sto chiedendo di essere rapidi nelle riprese del gioco, l’arbitro bravo è quello che fa giocare iò prima possibile, dobbiamo essere quelli che velocizzano il ritmo. La nostra pigrizia mentale ci ha portato a fare partite con tempi morti un po’ troppo alti.

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