Sarri inizia ad avere paura. “Quello che mi fa più paura è che cadiamo in partite in c’è una disattivazione globale, di squadra. Questo è il fatto più preoccupante. Diventa difficile capire dove andare a lavorare. Non è semplice, mi aspettavo di tutto tranne una partita così. A Napoli puoi perdere, il problema è la disattivazione che ho visto. Vedo una squadra che fa fatica a stare su livelli di applicazione forti. Giocando ogni tre giorni è più difficile, passiamo da 10 a 1, questo non è ammissibile”. Il tecnico è avvilito, non capisce cosa succede alla squadra: passa da fiammate ed esaltazioni a sbandate e umiliazioni. Non bisogna guardare la classifica, senza la condizione mentale giusta sarà impossibile risalirla; “non bisogna essere pessimisti o ottimisti, bisogna capire da cosa nascono questi alti e bassi”. Nelle ultime undici trasferte, la Lazio (di Inzaghi e di Sarri) ha vinto una sola volta, ottenuto due pari e otto sconfitte e in trasferta ha la seconda peggior difesa del campionato (17 gol subiti, 7 fatti). Anche per quanto riguarda i singoli, Felipe Anderson è in calo, mister Sarri l’ha definito un “oggetto delicato”. Giovedì ci sarà l’Udinese in casa, mancherà Luiz Felipe per squalifica e il suo posto lo prenderà Patric. Da valutare Pedro, uscito per una contusione. Al termine della partita, i tifosi biancocelesti presenti hanno contestato la squadra urlando “fuori le p…” in faccia ai giocatori, che si scusavano a testa bassa. Lo riporta il Corriere dello Sport.

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Il Messaggero | Tonfo Lazio, il Ciro giusto è del Napoli