Gaetano Castrovilli ha esordito con la Prima squadra del Bari nel 2015, tuttavia, dopo un prestito alla Cremonese, nelle stagioni 2017/2018 e 2018/2019, si è trasferito alla Fiorentina, dove ha totalizzato 111 presenze e messo a segno 12 reti. Nel 2024/2025 è sceso in campo con la maglia della Lazio ma, dopo essere stato inserito nella lista degli esuberi, il centrocampista è stato mandato in prestito al Monza durante la fase di calciomercato invernale mentre il 21 agosto 2025 è stato ceduto al Bari. Riguardo il suo ritorno nel club di Fabio Caserta e sul periodo passato nelle aquile, Castrovilli si è espresso a Gianlucadimarzio.com.

Gaetano Castrovilli a Gianlucadimarzio.com

Sul ritorno al Bari

Ho scelto di tornare anche perché conosco bene questa piazza e la sua gente, so come si vive il calcio qui e mentalmente possono darmi tanto. Poi starà anche a me ricambiare tutto quest’affetto che ho ricevuto in questi giorni.

Su suo figlio 

Mi sono sempre piaciuti tanto i bambini poi quando è venuto al mondo Brando ho capito cosa significa diventare genitore. La sua nascita mi ha cambiato in ogni aspetto della vita, soprattutto quella privata. Mi ha insegnato che vivi per lui, le priorità cambiano e la cosa che più mi ha impressionato è che prima dicevo di voler giocare bene per me, per la società e i tifosi. Ora voglio che mio figlio mi guardi giocare e mi riconosca in campo. Ciò che conta è come reagisci. O ti fai “male”, oppure inizi a combattere con i tuoi fantasmi.

Sugli infortuni e sul periodo alla Lazio 

Io ne ho avuti tanti, non lo nego: sono stati due anni e mezzo davvero pesanti. Tornavo in campo, mi fermavo di nuovo, il ginocchio mi si gonfiava e passavo tanto tempo a chiedermi perché. Non sono ancora al 100% mentalmente però ci sono quasi. Poi da Monza in poi sono stato meglio dopo l’ennesimo stop al menisco alla Lazio. Non nego che stavo anche pensando di lasciare il calcio.

Sull'importanza della salute mentale 

Lavoro ogni giorno sull’approccio psicologico, ne parlo tanto anche la sera con mia moglie. L’aspetto mentale ti può far male in campo e nella vita privata. Devi trovare un equilibrio, avere una mano dalla tua famiglia e dal tuo mental coach. Per me è un aspetto spesso sottovalutato quando invece è la cosa più importante, dobbiamo ricordarcelo: se la testa non va, il corpo non risponde. I momenti difficili li hanno tutti, cambiano entità e gravità.

Un ricordo importante 

Un posto nel mio cuore ce l’ha la sera del primo gol in Serie A: a San Siro in un Milan-Fiorentina 1-3 nel 2019, eravamo in campo io, Chiesa e Ribery. Fu una gran serata. Poi c’è anche un 2-0 a Napoli a gennaio del 2020. Segnarono Chiesa e Vlahovic ma la considero la mia miglior prestazione in carriera: sombreri, conduzione con la suola, scambi di qualità. Quella sera non ho mai perso il sorriso. Non mi ero comprato al fantacalcio il primo che mi ha comprato è stato mio cugino Antonio, mi ha pagato un fantamilione. Nelle edizioni successive mi sono acquistato, bisogna sempre credere nei propri mezzi.

Sulla maglia

Sto aspettando mio figlio, la numero 4 indossata in Bari-Monza sarà sua

Un allenatore che avrebbe voluto incrociare

Dico Antonio Conte, tutti me ne hanno parlato bene e secondo me mi avrebbe fatto fare un altro salto di qualità.

Se il Bari viene promosso in Serie A 

Facciamo così, in caso di salto del Bari in Serie A comprerò un peluche per tutti i miei compagni di squadra e per lo staff. Sarebbe un modo simpatico per chiudere un cerchio.

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