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Il Presidente dell'AIA Antonio Zappi ha rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni di Napoli Network sulle novità che sono state introdotte a partire da questa stagione, come il direttore di gara che deve spiegare la motivazione dietro l'annullamento di un gol e il Var a chiamata in Serie A.

Antonio Zappi a Napoli Network 

Sulle spiegazioni dell'arbitro e sull'episodio di Manganiello a Como

Come in tutte le novità c’è ovviamente sempre un necessario periodo di rodaggio iniziale. Nella prima giornata c’è stata qualche criticità su cui anche noi, come su tutti i social, si è ironizzato e sorriso. Nulla di grave e già dalla seconda giornata è andata meglio, salvo un piccolo imprevisto tecnico a San Siro, ma subito risolto con la prontezza di Marchetti. C’è ovviamente da migliorare e lo faremo, ma la strada della comunicazione è tracciata, perché secondo noi è con la conoscenza che aumenta il rispetto e parlare davanti a spalti gremiti non è semplice.

Sul VAR a chiamata in Serie A

È ancora lontano dal poter essere introdotto. Come è noto, da questa stagione è stato invece introdotto in serie C ed in Serie A femminile il Football Video Support (FVS), ma che non è il ‘Var a chiamata’, nonostante la possibilità di due chiamate da parte dell’allenatore per chiedere all’arbitro una review delle azioni in casi codificati. Rispetto al Var della serie A qui siamo in presenza di tutt’altro, non ci sono i Video Match Officials di Lissone e soprattutto ci sono un massimo 4 telecamere in un sistema che quindi nulla ha quindi a che vedere con la sofisticata tecnologia VAR che ha a disposizione assistenza arbitrale da remoto e almeno 8 telecamere che, nelle competizioni mondiali, possono arrivare a 40.

Sull’aggressione al giovane portiere del Volpiano Pianese

Come AIA abbiamo espresso piena solidarietà sul nostro sito ufficiale al ragazzo colpito da quel genitore inqualificabile. Ma il calcio dilettantistico e giovanile non sono una giungla. Ci sono tante donne e uomini perbene che con grande passione e volontariato permettono la disputa di oltre 500 mila partite all’anno in Italia e fenomeni come questi sono limitati. Normalmente a ricevere solidarietà per essere stati aggrediti sono i giovani arbitri, stavolta sono stati invece gli arbitri a solidarizzare con un giovane calciatore. Perché sarà solo se tutti insieme sapremo mettere in campo strumenti culturali e formativi di cultura delle regole e legalità che miglioreremo il calcio del domani, ovviamente anche con misure repressive che sappiano dare risposte decise a chi non intenderà farsi educare al rispetto.

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