32 anni fa a Torre Annunziata nasceva Ciro Immobile. Dal suo primo gol in biancoceleste in Atalanta-Lazio (3-4) del 21 agosto 2016, ne ha fatta di strada: è diventato il calciatore ad aver vinto più volte la classifica cannonieri in Serie A (3), insieme a nomi di un certo calibro, come Signori, Meazza, Riva, Pruzzo; dopo Salah e Lewandowski, è il terzo calciatore dal 2016 a segnare almeno 15 reti tra i maggiori cinque campionati europei; è l’unico, insieme a Higuain, ad aver segnato più reti in un campionato italiano (36) e questo record gli è valsa anche la Scarpa d’Oro. Il tutto mentre diventava il calciatore con più gol realizzati nella storia della Lazio (173), levandosi anche la soddisfazione di vincere tre trofei in biancoceleste: due Supercoppe Italiane (2017, 2019) e una Coppa Italia (2019).

Arrivato a Roma all’età di 26 anni, si è preso la sua rivincita: dopo aver impressionato tutta Italia nel Pescara di Zeman insieme a Verratti e Insigne, sembrava essersi perso nelle sue esperienze all’estero e con il Torino; grazie al tecnico Inzaghi, però, alla Lazio ha trovato una squadra che giocasse per lui, che lo facesse sentire importante e lo mettesse in condizione di segnare quasi ogni volta che toccava il pallone. Con mister Sarri, adesso, la storia è la stessa: può cambiare il tecnico e lo schema di gioco, ma la qualità, la freddezza e la fame di gol del King rimangono invariate.

Ciro, in soli 6 anni, è diventato la storia della Lazio. Il suo contratto scadrà nel 2026, quando avrà 36 anni: si può ipotizzare che chiuderà la carriera a Roma. Non si può immaginare una Lazio senza Immobile, come non è possibile pensare a Immobile senza la Lazio.

Buon compleanno, Leggenda.

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