Tare ieri alle 14.15 ha incontrato Lotito a Formello per un altro preventivato faccia a faccia. Il ds si è presentato addirittura con il suo avvocato, nel centro sportivo (la squadra era già partita) han sentito subito le urla: «O io o Sarri, scegli. Ora basta». Secondo l’albanese anche alcuni giocatori si lamenterebbero e sarebbero stanchi dei modi della guida tecnica. Nella testa di Igli non c’è dunque solo lo smacco di Fabiani (promesso dg) e della Primavera, anche se quella è la prima ferita confessata la sera prima: «Non meritavo di essere trattato così dopo 17 anni in questa società, dopo essermi preso sempre le colpe, senza mai una difesa». La storia con la Lazio è arrivata al capolinea? Chissà, Tare ha un altro anno di contratto, c’è chi lo vede in anticipo in Federazione in Albania, ma in questi giorni ha assicurato che non si dimetterà prima. E ieri ne ha dato prova, lanciando a Lotito un altro aut aut, prima di rimettersi all’opera. «Io non combatto, io vinco», è il suo slogan. La partita interna è aperta, ma dal 2009 Tare, ogni qualvolta è sembrato con un piede fuori dalla porta, è sempre rientrato più forte di prima. Così si legge sulla edizione odierna de Il Messaggero.

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