Altra occasione sprecata per Milinkovic. Per la quarta volta il confronto tra fratelli lo ha vinto il piccolo (si fa per dire) Vanja. Niente da fare per Sergej, su di giri fin dai primi minuti per la lunga serie di falli – su di lui e i compagni – non fischiati da Ghersini. Una situazione che ha innervosito non poco il serbo, tornato quello appannato prima di Monza. Appoggi sbagliati, errori di misura e poca concretezza. Tutt’altro rispetto a quanto dimostrato dalla trasferta dello U-Power Stadium in poi. Lì la pennellata da fermo gli aveva fatto tornare il sorriso, ripetuto poi col vantaggio contro la Juventus. A La Spezia non ha né segnato né fornito assist, ma con una sua classica spizzata ha lanciato Felipe Anderson verso il rigore poi trasformato da Immobile. Sergej sembrava essere tornato quello di inizio stagione, ma col Torino si è inceppato di nuovo. Juric gli ha piazzato davanti il connazionale Ilic – che ha rischiato di diventare un suo compagno di reparto – e in cambio ha ottenuto il gol vittoria sul quale proprio Milinkovic è stato troppo molle in pressione. Nel finale il numero 21 ci ha provato a cambiare l’inerzia della sua gara, con Sarri che ha anche avanzato il suo raggio d’azione: «Dal 38’ del secondo tempo in poi abbiamo giocato 4-2-3-1 con Sergio accanto a Immobile». È andato anche oltre il suo credo il tecnico, ma in cambio non ha ottenuto nulla. Ecco perché già domenica alla ripresa ci ha tenuto a farsi sentire: «Se giochiamo come sappiamo non può fermarci nessuno». Un sprono per tutti e in primis per Sergej. Nulla è ancora perduto nella corsa Champions, ma quest’ultima passerà per il cruciale match con l’Inter. A San Siro - settore ospiti esaurito da un mese - Milinkovic non si potrà permettere un’altra prova sottotono, anche perché lui più di tutti sa cosa significa segnare e portare a casa i tre punti in trasferta contro i nerazzurri, la sua vittima preferita assieme all’Atalanta.

BESTIA NERA - Nel marzo del 2019 proprio con un suo colpo di testa l’allora Lazio di Inzaghi (oggi tecnico dell’Inter) avrebbe vinto 1-0 al Meazza. Da lì il Sergente iniziò a invertire il trend della sua carriera contro i nerazzurri con 4 centri nelle sette sfide successive. Quest’anno all’Olimpico ha fornito l’assist del vantaggio di Felipe Anderson, seguito da altri 3 gol e 5 passaggi vincenti in quello che finora resta il momento migliore della sua stagione. Dopo tanti alti e bassi, adesso il 21 vuole chiudere in bellezza per regalare la Champions alla Lazio e prepararsi a un’estate bollente. Sul futuro non si è sbilanciato: «Mi concentro sul campo aiutando la squadra ad arrivare agli obiettivi. A fine stagione si vedrà, ma ho ancora un anno e qualche mese di contratto». Una scadenza oltre la quale però non ha in mente di arrivare. Ecco perché sarà opportuno fare cassa in estate per il club, con Arsenal, Newcastle e West Ham (e anche la Juve) che continuano a studiare la mossa migliore. Ora però nella mente di Milinkovic c’è solamente il rush finale in campionato, per il quale Sarri avrà bisogno del suo formato migliore a partire dall’Inter. La ripresa sul campo è fissata per oggi pomeriggio, con Radu e Pellegrini gli unici due da valutare dopo i forfait di domenica mattina. In serata invece spazio allo shooting con le maglie del decennale del 26 maggio. Intanto il club ha ufficializzato il rinnovo di Cataldi fino al 30 giugno 2028 e si è congratulato con Marusic per la nascita della primogenita Mia. Il Messaggero/Valerio Marcangeli

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