Lo ricorderà come il suo annus horribilis, ma almeno vuole concluderlo aiutando la Lazio a centrare l’obiettivo sognato, la Champions League. Proprio nel momento più complicato della lunga avventura in biancoceleste, quando altri si farebbero prendere dallo sconforto e dai pensieri negativi, Ciro Immobile volta pagina e pensa positivo. Già sabato sera, dopo la pessima figura collettiva contro il Milan, il capitano era concentrato sul rush finale, senza farsi soffocare – appunto – dal pessimismo e dalle critiche. In aereo, tornando a Roma, il presidente Lotito si è seduto accanto a lui, hanno parlato un po’ di tutto, come padre e figlio quando a scuola si avvicina il verdetto finale o un esame che preoccupa. D’altronde il legame tra i due è noto, Lotito lo considera il simbolo della Lazio per la voglia di vincere e la capacità di non arrendersi anche di fronte a tanti eventi sfortunati. Quest’anno ha fatto il pieno, Ciro: quattro infortuni muscolari, un incidente stradale (costola rotta e braccio ferito), le solite polemiche sfiancanti in Nazionale, perfino un gol annullato dopo che il Var lo aveva concesso. È accaduto contro il Sassuolo, ovvio che poi ab- bia preso a cazzotti la panchina: era arrabbiato per la sostituzione, è vero, ma dentro quello sfogo c’era tutta la frustrazione di una stagione maledetta. Mai gli era capitato di saltare così tante gare (12, ma in altre 4 è entrato nella ripresa, contro il Monza in casa solo all’86’, e in altre due è uscito per infortunio nel primo tempo, totale 18...), e nonostante questo è arrivato comunque a 12 gol, di cui 10 in Serie A: magra consolazione per chi ha il record di reti segnate in un campionato, cioè 36 (nel 2019-2020, quando eguagliò Higuain), ha vinto per 4 volte il titolo di capocannoniere della Serie A e con la Lazio vanta una media-gol di 30,3 nelle sei stagioni dal 2016 al 2022. Ora è scesa a 27,7, ma restano numeri impressionanti (194 le reti complessive in biancoceleste): lo hanno fatto entrare nella storia del club e nel cuore dei tifosi. Che anche in questo periodo così difficile chiamano le radio per sostenerlo e mandargli messaggi d’affetto. Importante, poi, il confronto con la squadra di domenica mattina a Formello e quello personale con Sarri: la delusione per la sostituzione col Sassuolo è evaporata da giorni, ora c’è solo la voglia di tornare al gol. All’Olimpico gli manca in campionato addirittura dall’11 settembre, un’anomalia da cancellare nella sua strepitosa carriera di cannoniere. Ci proverà venerdì sera contro il Lecce: posta in palio altissima, è l’occasione giusta per alleggerire il peso dell’annus horribilis. La Repubblica/Giulio Cardone

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