La Lazio ritrova Cancellieri: è davvero la svolta?
Nessuno sa se basterà la doppietta contro il Torino. Il calcio è pieno di illusioni intermittenti. Ma questa volta, in lui, si è percepito qualcosa di diverso

Ci sono partite che possono essere lette al di là del risultato. Per Matteo Cancellieri, Lazio–Torino 3-3 è stata una di quelle. Non tanto per il 3-3, ma per ciò che ha lasciato dentro. Perché dopo mesi di promesse rimaste sospese e di quel senso di incompiutezza che a volte diventa un’etichetta, il 22 ex Empoli e Parma si è finalmente rimesso al centro del gioco. Due gol, una presenza costante e la sensazione che qualcosa si sia sbloccato.

Come ha rivelato lui stesso nell'intervista post partita: “Speravo di essere così decisivo, mi sento soddisfatto e tutta la squadra lo sta facendo. Ora dobbiamo focalizzarci su tutto il campionato. Mi sento cresciuto su molte cose, la paternità mi sta facendo maturare prima".
Dal Genoa al Torino
Era già successo qualche giorno prima, al Ferraris, con il gol del momentaneo vantaggio contro il Genoa. Ma lì era sembrato un episodio, un segnale ancora isolato. Sabato invece è diventata una tendenza. Nel primo tempo contro il Torino, Cancellieri ha inciso come non gli è mai capitato con la maglia biancoceleste addosso: prima la finta che manda a vuoto due avversari e batte Israel per l’1-1, poi la percussione solitaria del 2-1. Due giocate semplici ma piene di convinzione, l’aspetto che più gli era mancato.
Sarri lo ha sempre difeso, anche nei momenti in cui sembrava perso nelle gerarchie e ancora nel progetto solamente a causa del mercato bloccato. Gli ha dato minuti, complice anche il lungodegente Isaksen, tornato proprio contro il Toro. Lo ha spostato dentro il campo, gli ha chiesto più verticalità e meno estetica. Il risultato, per ora, è un giocatore che ha smesso di cercare il colpo sterile a effetto (nonostante qualche piccola eccezione) e ha cominciato a scegliere il gesto concreto. E in Serie A, spesso, la differenza tra promessa e realtà passa proprio da lì.
È davvero la svolta?
Cancellieri, di certo, resta un calciatore in costruzione, con tanto ancora da mettere a fuoco: la gestione dei momenti, la continuità, la fiducia nei propri mezzi. Ma finalmente la sua crescita ha preso una direzione. Si è visto nel modo in cui ha interpretato la partita: concreto, dentro le azioni, mai scollegato dal ritmo dei compagni. E, forse per la prima volta, con quella fame che distingue chi vuole lasciare veramente un segno.
Nessuno sa se basterà. Il calcio è pieno di risvegli brevi e di illusioni intermittenti. Ma questa volta, nel giocatore, si è percepito qualcosa di diverso. E in una Lazio che ha bisogno di idee fresche e di coraggio, il suo nome può tornare a pesare. Magari non da protagonista assoluto, ma da giocatore finalmente utile, consapevole, pronto. Il resto lo diranno le prossime settimane. Intanto, per la prima volta dopo molto tempo, Cancellieri sembra di nuovo un calciatore felice.