Tutto in una notte. Il ricordo di Pino Wilson, l'ingenuità di Zaccagni (diffidato per simulazione salterà il derby), il 144esimo gol di Immobile in serie A con il sorpasso a Piola e quello della Lazio (ora quinta) alla Roma e all'Atalanta in classifica. Novanta minuti non memorabili ma che si trasformano comunque in una notte da ricordare, soprattutto per il centravanti biancoceleste, nuovo recordman laziale di tutti i tempi in campionato. Un gol annullato per centimetri, un altro trovato su rigore netto per un calcio di Crnigoj a Luiz Felipe e la sensazione di essere sempre di più l'uomo squadra di questa Lazio: «Non è male avere questi numeri - ha detto a fine gara a Dazn - ma devo ringraziare la squadra se sto battendo questi record. È stata una partita dura,  magari non bellissima ma l'importante era vincere. Stiamo bene, fisicamente e mentalmente. Stiamo mettendo una base solida sul futuro». Senza dimenticare il passato:«Wilson è stato un grande capitano. Spero che anche quando finirò io di giocare, rimarrà l'affetto della gente. Non posso far altro che ringraziare tutti per il sostegno che non è mai mancato dal primo giorno». E ora il derby: «Incontro tanti sostenitori della Roma che mi chiedono di non giocare. So quanto ci tengono i tifosi, faremo di tutto per vincere». Servirà però una Lazio diversa da quel la vista ieri. La squadra di Sarri ha infatti faticato non poco contro il Venezia, schierato con un 4-5-1 con baricentro molto basso, attento a togliere spazi e chiudere le fasce. Tanto giro-palla per i romani senza guizzi se non un paio di accelerazioni di Felipe Anderson e Zaccagni, bravi a procurarsi altrettante punizioni dal limite. Il muro eretto da Bertolini su disposizione di Zanetti (squalificato in tribuna) ha retto cosi senza patemi anche perché Busio aveva il compito di controllare a distanza Leiva, Caldara si occupava di Immobile e la densità davanti a Maenpaa non permetteva né alla Lazio di correre tantomeno i soliti sganciamenti di Milinkovic, pericoloso soltanto su calcio piazzato. Sarebbe servita un'invenzione ma l'uomo deputato nei biancocelesti a cercarla (Luis Alberto) si è limitato a lungo al compitino. Senza scintilla, la partita non si è accesa anche perché al Venezia stava bene così. Forse l'errore dei neroverdi è stato quello di non cercare mai le ripartenze. Okereke ci ha provato con due allunghi ma Acerbi dietro è stato sempre puntuale nelle chiusure. Ne è uscito cosi un primo tempo soporifero con una sola occasione da gol al 34': Immobile innesca Felipe Anderson che si allarga tuttavia troppo e a tu per tu con Maenpea spedisce a lato. Ripresa diversa, con il capitano biancoceleste che trova subito la rete, annullata per una questione di centimetri dal Var. La Lazio però insiste e trova alla fine l'episodio che decide la gara: Cmigoj per rinviare alza la gamba e con la punta del piede colpisce il volto di Luiz Felipe. Manganiello fa proseguire ma è poi richiamato dal Var. Rigore netto. E dal dischetto, Immobile entra nella leggenda. TuttoSport\Stefano Carina

Rivivi l'ultima puntata stagionale di FootballCrazy, programma condotto da Elisa Di Iorio e dedicato a Pino Wilson. In studio Giancarlo Oddi e James Wilson
Il Tempo | Lazio, un derby dall’alto