Convegno Lazio: gli psicologi della Lazio e un'ex biancoceleste ai microfoni
Ecco gli interventi nella seconda parte del primo convegno della Lazio contro il bullismo nelle scuole e nello sport

Giovanna Pini
Perché sia bullismo ci devono essere tre criteri, vale a dire l'intenzionalità, la simmetria di potere, la ripetitività dell'evento. Solo parlando si può uscire dal bullismo. Il bullo di solito è qualcuno che ha problemi a casa e la rabbia che tiene dentro la tira fuori facendo bullismo. Il bullismo è un'unica cosa e con l'arrivo dei social arriva il cyberbullismo, che non si puo controllare perché è rapido e veloce. Non stiamo lì a guardare, cerchiamo di capire e provare empatia verso l'altro.
Valerio Vermiglio
Il calcio è stato il mio mondo quando ero piccolo, poi mi sono dedicato ad altri sport. Quello che mi è successo è cio che mi muove a mettermi a disposizione dello sport. Giocavo a calcio come portiere ma a me la pallavolo dava qualcosa in più. Io soffro di DHD, la pallavolo mi ha dato ciò che mi serviva per permettermi di vincere ed ha dato al mio limite il trampolino di lancio per trasformarlo in virtù. Da giovane ero in carne e a scuola c'erano i ragazzi più grandi che aspettavano i più giovani per prenderli in giro e torturarli. Lo sport mi faceva sentire libero e leggero e ciò mi dava una mano a contrastare ciò che non avevo il coraggio a dire ai miei genitori. Lo sport mi ha dato la possibilità di difendermi e di combattere quelle persone che mi prendevano in giro. Mia mamma mi ha insegnato che nessuno è meglio di me ma io non sono meglio di nessuno.
Juri Stara
Da aspirante calciatore mai mi sarei immaginato di sedermi con dietro la schermata della S.S. Lazio e stasera vado a dormire felice, immaginando di essere un calciatore della squadra, di questa famiglia. Io mi occupo del mondo paralimpico ed è uno dei contesti più belli. L'utilizzo quasi discriminatorio delle parole può sfociare in atti di bullismo. Una parola usata in modo sbagliato può fare molti danni. Prima la persona disabile era definita con nominativi molto dispregiativi, considerando la disabilità come un difetto fisico, qualcosa di negativo.
Valerio Catoia
Se mi sento un eroe per il mio salvataggio? Si, sono un eroe.
Daniele Doveri
Questi tipi di convegni sono lo strumento necessario per prevenire il bullismo. Come arbitro vivo da vicino questo fenomeno, l'arbitro è una figura fondamentale nel gioco perché permette di rispettare le regole ma nei giorni d'oggi è spesso usato come un bersaglio. Negli ultimi anni lo sviluppo delle nuove tecnologie ha permesso che ogni decisione dell'arbitro potesse essere filmata e criticata. Il problema non è la critica di chi comprende le difficili scelte a cui sono sottoposti gli arbitri ma il problema si ha quando gli adolescenti con personalità in via di definizione ricevono messaggi d'odio, sessisti o razzisti. Oltre il 60% degli arbitri sotto i 20 anni ha dichiarato di aver ricevuto messaggi d'odio. Non può e non deve considerato uno scherzo quando i giovani arbitri hanno sviluppato problemi, ansia e abbandono della carriera a causa del cyberbullismo. Chi commette bullismo deve essere considerato un codardo senza un briciolo di personalità. Il calcio per chi lo pratica è lo sport più bello del mondo ma non può esserlo se chi deve far seguire le regole é spesso criticato. Chi viene ad arbitrare, soprattutto i Campionati giovanili, lo fa per passione e gratuitamente e non bisogna vedere l'arbitro come una figura che non può sbagliare, solo cosi si può creare un rapporto più tranquillo e sereno.