Era il 5 febbraio 2018 quando la Lazio perse in casa contro il Genoa in quella che sarebbe potuta essere una vittoria importante in chiave corsa Champions. Complice della sconfitta una Lazio superficiale e non cattiva. Simbolo di questo atteggiamento in quella partita fu Felipe Anderson, un giocatore che non rientrava evidentemente nei piani di Simone Inzaghi, tanto che verrà poi venduto nella finestra di mercato successiva. In quella partita subentrò a Murgia nel secondo tempo e si posizione esterno sinistro nel centrocampo a 5 a ricoprire un ruolo palesemente non suo. La posizione "fuori posto" e probabilmente la discesa nelle gerarchie del mister avevano provocato in lui una serie di prestazioni sicuramente non di livello, questa sconfitta in casa con il Genoa in primis. Una prestazione che gli provocò anche svariati fischi, gli unici ricevuti dai tifosi biancocelesti nella sua carriera. Il momento più buio a Roma, quell'attimo in cui si è avuta, come non mai, la certezza che le strade si sarebbero divise di lì a breve.

Sono passati quasi 4 anni e Felipe Anderson deve dimostrare, in un suo altro momento no, o di "down" se vogliamo citare Maurizio Sarri, di sapersi riprendere in mano la Lazio e di saper fare la differenza come era stato capace qualche anno fa. La partita con il Genoa può essere l'occasione per il riscatto anche di quello che successe nel 2018: ha la possibilità di farlo in un ruolo sicuramente più congeniale a lui, dove può abbinare al meglio la qualità che nessuno gli nega, quello spunto in più che tante volte ha fatto la differenza e quella sicurezza che spesso gli manca.

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