Era l’11 giugno del 1995 quando i tifosi della Lazio scrissero una delle pagine più romantiche e memorabili del calcio italiano. Giuseppe Signori, bomber e idolo indiscusso della tifoseria biancoceleste, era dato in partenza: la società sembrava intenzionata a cederlo. Ma i tifosi laziali non ci stavano.

Signori vicino all'addio, e la protesta dei tifosi biancocelesti

L’attaccante, simbolo di una generazione, era a un passo dall’addio: il patron biancoceleste Sergio Cragnotti aveva intavolato una trattativa con il Parma per avviare la cessione di Signori, per 25 milioni di lire. Assodata la notizia, 5.000 biancocelesti si radunarono sotto la sede laziale di Via Novaro dove protestarono per tutto il giorno. Un gesto spontaneo, di cuore, che commosse lo stesso giocatore e la società, che contribuì a far saltare l’operazione.

L'annullamento della trattativa

Fu Dino Zoff a fermare le protesta e la stessa operazione, annunciando la definitiva permanenza dell'attaccante a Roma. Un gesto raro, ma potentissimo, che convinse la dirigenza a far restare “Beppegol” nella Città Eterna.

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