Belahyane, tra azzardo e speranza: sarà la nuova mezzala di Sarri?
Il centrocampista è la materia grezza che ogni allenatore sogna di modellare

C'è sempre un filo sottile che divide la speranza dall'azzardo. Vale nella vita così come nel calcio, fatto anche da intuizioni, fortuite o geniali che siano. Una legge non scritta che a volte è in grado di sovvertire aspettative e sparigliare le carte.
L'ex Verona al bivio
Ad oggi, Reda Belahyane incarna metaforicamente quel bivio. È lì, lontano dalla luce dei riflettori, indietro nelle gerarchie di inizio stagione rispetto ai suoi compagni di reparto e non ha ancora un nome che scalda i titoli dei giornali.

Quattordici minuti complessivi contro il Verona, di cui due di recupero, non sono nulla per giudicare un calciatore, figurarsi per una squadra ancora in costruzione come la Lazio 2.0 di Maurizio Sarri. Anche l'assist al bacio per il colpo a distanza ravvicinata di Boulaye Dia non può fornire alcuna indicazione concreta. Ma, nonostante le ventiquattro apparizioni con l'Hellas tra il 2023 e il 2025, e i 206 minuti raccolti con la magli biancoceleste tra la stagione scorsa e quella attuale, l'ex Nizza ha già l’aria di chi porta nel gioco qualcosa che non si misura soltanto con i numeri.
Centrocampista moderno
Belahyane non è un regista puro, non è un interditore classico o di rottura, ma un centrocampista moderno, che abbina geometrie e intensità, piedi educati e la capacità di leggere le situazioni prima degli altri (come nell'azione del 4-0 all'Olimpico). È la materia grezza che ogni allenatore sogna di modellare. Naturalmente, la Lazio lo accoglie in un momento molto particolare: tra l'esigenza di utilizzare ciò che si ha per essere subito pronti e la necessità di voltare pagina per costruire un futuro che sia sprovvisto dalla nostalgia per i vecchi senatori.

In questo modo, il marocchino diventa un segnale, una possibilità, e forse una piacevole e inaspettata sorpresa. La scommessa, ovviamente, è grande, con Sarri che ha già molti "libri" da scrivere, come aveva definito Nuno Tavares e Dele-Bashiru nella conferenza stampa di presentazione. Non basta il talento acerbo del marocchino per resistere all'urto dell'Olimpico, alle pressioni di una piazza che esalta e fa sognar ma che a volte può anche affossare in un attimo. Serviranno pazienza, coraggio e capacità di inserirlo gradualmente. Ma Belahyane non è arrivato per risolvere problemi immediati, è arrivato per suggerire un percorso diverso: sarà il campo a dire se resterà una promessa o se sarà uno dei cardini della nuova Lazio in costruzione. Perché il futuro non sempre arriva urlando, a volte sussurra. E Reda Belahyane potrebbe essere proprio quella voce sottile in grado di far immaginare una Lazio diversa, più giovane e coraggiosa.