Lotito e Sarri arrivano insieme alla cena, prima hanno parlato ancora di rinforzi. Riportano al Chelsea, ma sono possibili solo due colpi: rimangono il vice-Immobile e un terzino sinistro, le priorità di Sarri. Tare lavora duro da tempo su Erik Botheim, 21enne del Bodo, ma l’allenatore preferirebbe il coetaneo inglese Callum Hudson-Odoi, jolly d’attacco per più ruoli: maturando alle spalle di Ciro, la Lazio potrebbe ritrovarsi un craque per i prossimi anni. Mica facile convincere i Blues, ma questo è il modo di programmare il futuro a lungo termine che intende Sarri. Stavolta niente scommesse, ma acquisti seri. Per esempio nessuno lo sa, ma il mister a sinistra in estate aveva già scelto Emerson Palmieri. Il terzino è rinato in prestito a Lione, dopo aver vinto l’Europeo con Mancini. Missione proibitiva ora interrompere l’esperienza francese e riportarlo nei confini italiani. MEA CULPA Ritornano questi nomi e non solo. Dimenticatevi extracomunitari col tesseramento di Kamenovic, già annunciato. Sarri sa benissimo che servirebbe un altro centrale di difesa (Rugani), ma ha detto a Lotito d’essere pronto a rimboccarsi le maniche con lo stretto necessario. A luglio aveva chiesto anche Torreira come regista in prestito, alla fine ha rilanciato Cataldi e può aspettare fine anno. A meno che non si presenti veramente un clamoroso scambio: Maurizio vede di buon grado quello con la Juve fra Arthur e Luis Alberto, ma in questo frangente non c’è alcuna trattativa in corso. Invece il numero 10 biancoceleste ieri è tornato ad allenarsi a Formello e mette il Genoa nel mirino. Anche Zaccagni migliora, Pedro dovrebbe rientrare oggi in gruppo. Servono due vittorie prima di fine anno: «Voglio sei punti - assicura Sarri nel discorso a cena - e trovare continuità col duro lavoro. Sono io il primo responsabile, ma voglio bene a questi ragazzi e possono fare di più di quello che stanno facendo. Devono avere la forza di pensare come collettivo. Perché siamo fuori strada se pensiamo di risolvere tutto col mercato». Parole che piacciono e ispirano Lotito, e anche a Immobile nello specifico: «Non avevo mai sentito il presidente strigliarci in pubblico. Ma ha fatto bene, anche ad annunciare la permanenza di Sarri come segnale per il gruppo. Io sono contento perché ci credo molto». IL SOLITO OSTACOLO L’obiettivo fondamentale adesso è rimanere aggrappati a quota 31 al treno di testa e avere poi un aiuto della società per tentare la rincorsa. I prossimi due mesi saranno un tour de force, a gennaio entrerà nel vivo pure la Coppa Italia. La quarta batosta dopo gli impegni di Europa League a Reggio Emilia (ora ci sono i sedicesimi col Porto il 17 e il 24 febbraio fuori casa) deve spingere Lotito a fare qualcosa: «Ma il bilancio e i conti vengono prima». Ed è questo il vero nodo che frena acquisti milionari del calibro di Hudson-Odoi e Palmieri nella prossima finestra. Torna maledettamente di moda il famoso indice di liquidità: bisogna vendere gli esuberi e far corrispondere gli stipendi per sbloccare ogni entrata. Ci sono Escalante, Vavro (direzione Spagna) e soprattutto Muriqi (Fenerbahce) in uscita, ieri assente (un indizio?) alla cena. A Tare, al momento, è rimasta le peggiore incombenza. Sembra il carbone della Befana. il Messaggero

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