Diego Fuser, ex calciatore del club biancoceleste, è intervenuto ai microfoni di Radio Laziale per commentare il periodo che sta vivendo la Lazio e la gara contro il Milan a San Siro, in programma domani alle ore 20:45.

Le dichiarazioni di Diego Fuser a Radio Laziale

Milan-Lazio 

Il Milan ha più da perdere perché è più avanti, però la Lazio può avere l'occasione per far capire a tante squadre del campionato qual è la sua forza. Il centrocampista per Sarri? Dipende cosa vuole lui, se vuole un giocatore che segni, si inserisca e difenda meno come me, oppure più un giocatore all'Almeyda, che contrasti e faccia meno gioco. Dipende dal tipo di gioco che vuole fare l'allenatore, poi ogni giocatore ovviamente si adatta

L'importanza di Sarri e il livello dela rosa biancoceleste 

Sicuramente gli allenatori contano ma fino ad un certo punto, alla fine un allenatore puo dare le indicazioni ma poi sono i calciatori che scendono in campo. Se Sarri fa un 20% il resto lo fanno i giocatori. Il livello della rosa? Io penso che adesso la Lazio stia facendo bene, l'allenatore e i giocatori sono bravi ma spero sempre che possano fare meglio. Dare un giudizio é sempre difficile. 

Il mercato della Lazio

Comprare un giocatore che costa 30 milioni è un rischio, ci sono stati giocatori bluff, in tante squadre, a meno che non prendi un campione come Modric e vai sul sicuro. Si possono spendere soldi per il mercato ma se non lo fai bene poi non ti rimane niente. Seguo il calcio e guardo molte partite ma bisogna capire che tipo di giocatori sono, non posso dare un giudizio sull'operato della Lazio in questi anni.

Un giocatore della Lazio che l'ha colpito

Pedro, è un giocatore fantastico. Dà sempre il 100%, va dietro a tutti. È proprio bravo. Poi vincere tanto ti aiuta a livello di mentalità, a non voler perdere e a tantissima autostima. Se poi hai la personalità hai un punto in più, non ti spaventano le partite

Il modo di giocare della Lazio

La Lazio l'ho vista poco ma in generale è normale che sia cambiato il modo di giocare e se pensiamo che adesso il portiere é diventato un leader é assurdo vedere che deve fare 20 lanci in avanti. Bisogna tornare alle vecchie origini, quando quello in mezzo al campo faceva la differenza, adesso è un calcio diverso dove tutti cercano di imitare il Barcelona ma senza i giocatori. La differenza non deve farla il portiere ma adesso, sin dalle giovanili, insegnano al portiere a giocare con i piedi. 

Il suo addio alla Lazio

Io sinceramente sono sempre stato in pace con me stesso, dopo la Lazio sono andato via in un momento giusto, al Parma ho vinto tanto e poi sono andato alla Roma, era un'opportunità giusta da sfruttare. Non potevo rinunciare al mio lavoro. Capisco il disappunto dei tifosi ma molti laziali mi vogliono ancora bene, io sono felice. Se una società ti vuole tenere ti tiene, io ero andato a dire ad Eriksson che il Parma mi voleva e lui mi aveva detto che se volevo guadagnare di più potevo andare, ho capito che avevano in mente altri progetti con altri giocatori, se voleva parlava con il Presidente per tenermi. Mi sarebbe piaciuto vincere anche a me con la lazio ma non era possibile. Alla fine io ho vinto con il Parma e anche loro hanno vinto. 

Il periodo alla Roma e il rapporto con Zeman

Alla Roma non mi hanno mai detto niente contro, ho guadagnato il rispetto da parte di tutti e mi va bene. Zeman? Era un mito, con lui stavo benissimo. Non ero sempre arrabbiato con lui, sono solo storie.  Avevamo un bel rapporto poi se ti toglieva dal campo era normale che uno se la prendeva perche voleva giocare ma io non posso che parlare bene di lui.

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