Sbaglia solo chi fa. È vero che Milinkovic ha perso 269 volte palla, in teoria con una media di 19 a partita. Ma la statistica è incompleta se non se ne considera un’altra: 733 passaggi tentati da Sergej in 15 giornate, più di qualunque altro giocatore di movimento biancoceleste, fra i primi in Italia. L’ultimo mese con la testa in Qatar e il contrasto rovinoso con Rabiot allo Stadium non possono far dimenticare i 3 gol e i 7 assist sfornati sino alla nona giornata, ma anche i duelli vinti (100 di cui 31 ae- rei) come nessun altro in Serie A. Senza Immobile (Ciro ringrazia: «Credo alla Champions, io e i miei compagni dobbiamo proseguire su questa strada»), Sergej è stato la chiave tattica con le sponde per Felipe alla ricerca della profondità. Al momento insostituibile, anche quando sembra più mogio. Sarri è il primo a rimproverarlo per qualche sbaglio di troppo, ma non lo toglie mai dal suo centrocampo. Prima della batosta con la Juve, Maurizio aveva parlato a quattrocchi con Milinkovic (durante il mondiale papà), a gennaio vuole ritrovarlo sgombro da qualunque pensiero e avere più certezze sul suo futuro alla Lazio, in un senso o in un altro. Lotito non lo cederà comunque in inverno, ma ora servono garanzie anche per giugno. La verità bella o scomoda nel prossimo mese e mezzo.

OFFERTA JUVE - Il rinnovo di Milinkovic resta al centro di ogni discorso. Non a caso, Lotito ha anticipato la trattativa lo scorso week-end, ha messo 5 milioni a stagione sul tavolo. Ma l’agente Kezman è poi volato a Torino: la Juve offrirebbe addirittura l’ingaggio da 7 milioni di Rabiot, in scadenza in bianconero. È la meta preferita del serbo, ma dopo gli applausi ruffiani dello Stadium (ancora cori discriminatori dai tifosi biancocelesti ospiti, già sotto indagine della Procura), Lotito continua a far muro sul cartellino: «Contano i soldi e non vedo offerte da almeno 100 milioni, come ho sempre detto». La “Vecchia Signora” infatti insiste con l’antica proposta da 50 più bonus, forte di un anno in meno dal termine (2024) del contratto capitolino. Chissà se il mondiale di Milinkovic darà una mano alla Lazio e se Tare riuscirà a far valere i rapporti fraterni col manager Kezman, ma Sarri non aspetta più e chiederà una svolta nel prossimo vertice di mercato. Non si può sempre ripartire da capo. O almeno bisogna saperlo e adoperarsi subito. Il Messaggero/Alberto Abbate

Il Tempo | Lazio, Mago in bilico: pace o cessione
CorSera | Klose: "La Lazio di Sarri mi piace, potrei tornare per allenare in A"