Il Presidente Claudio Lotito ha rilasciato una lunga intervista a Il Foglio in cui parla del rapporto con i tifosi e delle critiche a cui è sottoposto da 15 anni. Ecco le sue parole:

"All’inizio delle mia avventura, ho detto che bisognava fare dei sacrifici, perché avevamo 550 milioni di debiti, che aumentavano di anno in anno. A molti le mie parole non sono piaciute. In una società per azioni, bisogna badare non solo al risultato sportivo, ma prima di tutto alla sopravvivenza e, quindi, a una gestione sana e vincente.  Non sono solo il proprietario della Lazio, ma il custode di una di passione secolare, che ho il dovere di preservare per tramandarla alle future generazioni. Devo essere, e mi sento, un presidente tifoso e non un tifoso presidente."

IL CLAMORE ATTORNO AL MONDO LAZIO

"Per certi versi, la contestazione è un mistero. La verità è che una gestione trasparente elimina privilegi consolidati. Sarebbe stato facile per me continuare con le elargizioni pubblicitarie a pioggia alle radio e ai giornali. E’ per questo che molti, invece di mettere in luce quello che facciamo, cercano di demolirlo.” 

I SOLDI NON SONO TUTTO

"Io voglio spendere, non sperperare. Per anni la Lazio era stata una mucca da mungere. Tutti pretendevano una collaborazione, un contratto, un’elargizione. Nel momento in cui chiudi i rubinetti, tu diventi un nemico da abbattere. Nel mondo del calcio non mancano né i giocatori, né i direttori sportivi, né gli allenatori. Quel che manca sono le idee. Con le idee, prima che con il denaro, abbiamo ottenuto risultati importanti. Con le idee abbiamo, fra tanti altri trofei, conquistato la Supercoppa italiana, battendo la corazzatissima Inter di Mourinho. I soldi aiutano, ma non sono tutto."

L'ATTACCAMENTO ALLA MAGLIA

"L’attaccamento alla maglia non è retorica, ma qualcosa che si può coltivare. Noi siamo, prima ancora che una società sportiva, un ente morale. Noi siamo presenti sul campo e fuori dal campo, nella nostra città e nel paese, per abbattere con le nostre iniziative sociali, barriere e steccati a livello economico, culturale e razziale. Siamo diversi. E’ normale che qualche campione lo capisca e voglia restare."

I RAPPORTI CON LA CURVA NORD

"Ho cercato senza tentennamenti di far rispettare le regole a tutti i tifosi. Continuerò a mettere in campo ogni azione volta a prevenire e a reprimere comportamenti illegittimi. Poi, è chiaro che le notizie artatamente false o a senso unico, messe in giro un giorno sì e l’altro pure, non aiutano. Guardi il contratto a Sarri: tutti a metterlo in dubbio e a remare contro, invece il contratto è firmato."

LO STADIO FLAMINIO

"Il Flaminio appartiene alla storia della Lazio. E’ il luogo di una passione senza tempo. Io sono favorevole e disponibilissimo, ma non dipende solo da me. Ci sono da superare tutta una serie di ostacoli burocratici e concreti per renderlo lo stadio che vogliamo."

 

Infine, Lotito ha espresso un pensiero su cosa cambierebbe di questi 15 anni di presidenza e ha fissato un obiettivo: "Cosa non rifarei? Smusserei gli angoli più aspri del mio carattere e sarei, in tante situazioni, più conciliante. Io, purtroppo o per fortuna, sono fatto così ed è difficile cambiare in corsa. Lo Scudetto? Abbiamo vinto tutto il resto. Manca solo quello. Non è solo un sogno, ma l’obiettivo. Ci stiamo lavorando."

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