Massimo Drago, ex tecnico di varie squadre tra cui il Crotone, si è espresso ai microfoni di Radio Laziale riguardo il rientro di Danilo Cataldi alla Lazio, dopo la fine del prestito alla Fiorentina, la gestione con Rovella e sui molti cambi nelle panchine di Serie A.

Massimo Drago a Radio Laziale 

Sul rientro di Danilo Cataldi

Ne sono con tanto perché la Lazio è sempre stata casa sua fin da ragazzino. Il rientro con Sarri è veramente una cosa bella per lui, è un ragazzo che sono sicuro che darà un grande apporto alla Lazio.

Sul Cataldi conosciuto al Crotone 

Inizialmente con me era più una mezz'ala da inserimento, uno da 7/8 gol a stagione, un centrocampista offensivo. Io l'ho schierato alcune volte nel 4-2-3-1 anche da trequartista quindi aveva queste capacità di inserimento e di leggere le traiettorie per andare a concludere, però con tutte le qualità che aveva e che ha può fare tutti i ruoli del centrocampo, può giocare nel centrocampo a due come mediano o come regista in un centrocampo a tre. 

Sulla prospettiva di Rovella come mezz'ala 

Rovella è un giocatore che è cresciuto moltissimo, inizialmente non faceva della fisicità la sua dote più importante però è un giocatore che sa giocare a calcio. Come caratteristiche si assomiglia con Danilo, hanno lo stesso modo di interpretare il calcio. Potrebbero giocare insieme con il doppio regista, a seconda di dov'è la palla uno dei due si abbassa a fare il gioco e l'altro si può alzare. Sono talmente intelligenti nell'interpretazione e nel ruolo che secondo me potrebbero giocare anche assieme. 

La caratteristica principale di Cataldi 

Nell'arco della sua carriera ha acquisito maggiori geometrie e questo è quello che spicca, sa giocare facile, sa giocare corto ma ha anche un buon calcio per giocare lungo. Secondo me questa è la qualità maggiore che ha sviluppato nell'arco della sua carriera.

Sulla stagione di Cataldi alla Fiorentina 

Sicuramente è stata una stagione positiva per Danilo. Io lo vedevo un giocatore di grandissima prospettiva quando ha iniziato con me e che sarebbe potuto essere il Capitano della Lazio per tantissime stagioni. Palladino gli ha dato una grande fiducia ed è un ragazzo, un giocatore, che deve sentire la fiducia dell'allenatore perché quando viene messo un po' in discussione o trascurato non riesce a fare quello che è capace di fare. La cosa principale è avere la fiducia dell'allenatore, fiducia che con Sarri ha sempre avuto, quindi ha sempre giocato, ha sempre fatto parte del progetto. Sul giocare o non giocare, ci sono alcune partite in cui puoi essere protagonista ed altre no però è sempre stato partecipe del progetto. 

Sul periodo con Tudor 

Mi ricordo il fatto della fascia di Capitano, un po' era quella la diatriba se non sbaglio. L'avvento di Sarri alla Lazio per Danilo è stata una fortuna perché è l'allenatore che ha fatto in modo che le sue qualità uscissero fuori al 100%. 

Sul passaggio da mezz'ala a regista 

Sarri ha grande fiducia nel giocatore e lui è subito riuscito ad entrarci in sintonia e a fare ciò che voleva l'allenatore, come ha fatto anche quest'anno perché ha fatto un'annata positivissima perché aveva la fiducia di Palladino.

Sul mancato a riscatto da parte della Fiorentina 

Tante volte il modo in cui viene interpretato il calcio dell'allenatore che viene in modo che si preferiscono alcuni giocatori rispetto ad altri, magari il modo di interpretare il calcio di Pioli fa sì che ci sia bisogno di un calciatore con qualità differenti rispetto a quelle di Danilo. Mi chiamano molte volte da Firenze perché stanno trattando Kessié, è un giocatore che ha delle qualità differenti rispetto a Danilo. Pioli ha avuto Kessié al Milan e quest'anno l'ha potuto seguire anche in Arabia Saudita e quindi magari cerca un giocatore diverso in quel ruolo.

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