Photo by Paolo Bruno/Getty Images via onefootball
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Se è un problema generazionale o di identità 

È un problema di generazione, non solo del nostro calcio. Diciamo sempre che i giovani sono cambiati. Dobbiamo essere bravi noi a cambiare, saper interagire con loro nella maniera corretta e giusta. Se pensiamo ai nostri genitori come si comportavano con noi, i tempi sono cambiati. Dobbiamo essere bravi a entrare nella loro testa. Noi dobbiamo andare incontro a loro, non il contrario.

Il messaggio che l’ha colpito di più

Tanti. Ho due genitori di una certa età, sentirli emozionare per l’opportunità che mi ha dato la Federazione è un momento di gioia 

Sul modulo

Ora abbiamo il nostro campionato con il 60% che giocano a 4, ma non è una questione di moduli. Bisogna mettere i giocatori al posto giusto. Dobbiamo mettere a posto la differenza reti, quindi dobbiamo mettere in campo una squadra a cui piace stare nella metà campo avversaria, che sia in condizione di fare male agli avversari. I moduli lasciano il tempo che trovano, è come vogliamo stare in campo.

Su chi rifiuta la Nazionale

Bisogna capire perché rifiutano, non penso che i giocatori rifiutino. La prima cosa che ho chiesto a Buffon e Gravina è che chi viene in Nazionale – anche se ha un problemino – stia a Coverciano. Abbiamo attrezzi, fisioterapisti, abbiamo tutto per gestire i giocatori. Se vogliamo essere credibili e non creare delle scuse o un precedente, chi è convocato in Nazionale. La cosa più importante è stare più giorni possibili insieme. I dolorini ci sono, bisogna stringere i denti, la cosa più importante è stare insieme e non creare precedenti.

Le prime parole che dirà ai calciatori 

Di creare una famiglia, dirci le robe in faccia. Nei momenti difficoltà in campo ci sono in qualsiasi momento, 90 minuti sono interminabili. Bisogna riuscire a cercare questo, aiutarci e dire le cose che a volte qualcuno non vuole sentire.

Sui non convocati da Spalletti 

Io in questi giorni ho chiamato 35 giocatori, ho fatto una chiacchierata con tutti loro. Prima mi hanno fatto la domanda su Chiesa, sono giocatori che sono stati fuori ma possono dare una mano. Bisogna trovare una sistemazione per Chiesa, in modo che giochi con continuità.

Su come togliere un po' di pressione

La pressione la porta la maglia azzurra, non andare al Mondiale è un peso per tutti ma dobbiamo reagire. Se ce la mettiamo tutta possiamo uscirne. La partita con la Norvegia è stata difficili, loro andavano 3-4 volte più forte di noi, parecchi giocatori importanti venivano da momenti così e non ha avuto la forza.

Se ripartirà dal lavoro di Spalletti

Con Spalletti ci siamo sentiti, è un maestro, ha una preparazione incredibile, ogni anno fa cose nuove e c’è grande stima. In questo momento devo vedere quello che vogliamo fare. La professionalità di Luciano è incredibile, ha fatto un lavoro importante con la Nazionale. Cambiamenti non se ne possono fare perché c’è poco tempo, dobbiamo capire cosa fare nell’arco dei 95 minuti.

Su cosa sarà intransigente

Se non vedo che vanno a 100 all’ora… Devono far parlare in campo, andare a mille all’ora. Qualcuno l’ho già allenato, sanno che devono andare, se qualcuno ha dei problemi preferisco che resti e salti un allenamento. Poi fuori dal campo in questi anni non do importanza, ognuno decide come comportarsi e non posso fare il sergente di ferro o il poliziotto.

Sulle lezione di vita 

Non devo dare lezioni di vita a nessuno, non sono così importante. La Calabria è una terra incredibile, la mia infanzia è stata bellissima. Chiudevo gli occhi all’inno, sentivo la voce di mamma che mi chiamava dal balcone. Bisogna fare le persone perbene. Si parla sempre di cose negative, speriamo di far parlare. C’è tanto stress, non emozione tanta voglia di riuscire a fare più cose possibili nel modo giusto.

Se ha sentito Acerbi

Non ho parlato con Acerbi, è un giocatore che sta dando tanto al calcio. Si è parlato tantissimo, ma non è una problematica che ha toccato me. Le mie sono scelte diverse, nulla contro Acerbi che sta ancora dimostrando un valore incredibile. Non l’ho chiamato, ma da parte mia c’è grande rispetto e stima. Ho chiamato giocatori più giovani che penso ci possano dare un qualcosa.

Se c'è qualche trucco che darà 

Ha detto bene Mourinho, non sono Harry Potter, non faccio magie. Possono promettere solo impegno, di uscire ed entrare nella testa dei giocatori. Non sentire la parola io ma la parola noi. Sugli aspetti tattici dovremo fare meno danni possibili. Sicuramente bisogna entrare nella testa dei giocatori”.

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