Lazio-Flaminio, Caudo: "Il progetto? Un errore con soluzioni imbarazzanti, ecco perché..."
Giovanni Caudo, assessore all’Urbanistica della giunta Marino, ha evidenziato i problemi del progetto per lo stadio Flaminio presentato dalla Società Lazio

Nuovi problemi per la questione Lazio-stadio Flaminio, infatti, come riportato dall'edizione odierna de Il Tempo, Giovanni Caudo, assessore all’Urbanistica della giunta Marino e consigliere di maggioranza, ha bocciato il progetto presentato dalla Società biancoceleste ed ha esposto, in un lungo messaggio su Facebook, tutti i problemi riscontrati nel progetto.
Il lungo post di Giovanni Caudo sui social riguardo il progetto Flaminio
Il progetto
Il progetto della SS Lazio al Flaminio: un errore. La SS Lazio ha proposto al Comune, che è proprietario dello Stadio Flaminio, di averlo in concessione per 99 anni, per trasformarlo e adattarlo ad ospitare tutte le attività, sportive e non, della società sportiva Lazio. Non proprio uno stadio di proprietà ma quasi, così come è successo per l’ex stadio delle Alpi a Torino, dato in concessione alla Juventus per 99 anni (il comune si è tenuto la proprietà del suolo), che è stato completamente demolito, nel 2006, e sul terreno è stato realizzato l’attuale stadio ora denominato Allianz Arena.
È la stessa soluzione che si sta seguendo, con qualche differenza, per lo stadio dell’AS Roma a Pietralata, anche in quel caso si tratta di una concessione del Comune per un certo numero di anni, ma il bene alla fine del periodo di concessione resta di proprietà del Comune. L’operazione in sé è ragionevole, anche se è bene ricordare che le società di calcio sono delle multinazionali e non sono società per azioni dei tifosi, è sbagliato quindi che il pubblico conceda aree o immobili come se si trattasse della squadra del quartiere. Sono società private con azionariato finanziario che si muovono in contesti internazionali ed è bene quindi che siano loro a rischiare l'investimento e a farlo rispettando le norme, mentre il Comune deve valutare l'interesse pubblico dell'intervento e il contributo offerto al miglioramento della qualità urbana e delle condizioni di vita nella città.
I problemi riscontrati da Caudo
Dov’è allora il problema? Il problema è nel progetto che la SS Lazio ha presentato e nelle soluzioni proposte per risolvere questioni cruciali per la realizzazione dell’opera.
1. Come inserire un’infrastruttura che attira quasi 60 mila utenti in un’area residenziale del centro della città? il Flaminio ospita già diverse infrastrutture tutte con un ampio bacino di utenti, urbano metropolitano, regionale, nazionale e anche internazionale (l’auditorium Parco della Musica, il MAXXI, il Palasport), ma anche l’Università, i centri sportivi, il teatro Olimpico) e soprattutto lo stadio Olimpico e i centri sportivi adiacenti che sono insieme all’auditorium uno dei principali motivi di sofferenza di tutta l’area per l’aggressione delle auto e per il sommarsi di eventi in contemporanea.
2. Inoltre c’è il tema di come salvaguardare lo stadio Flaminio (1), la sua architettura e le soluzioni strutturali dell’ingegnere Pier Luigi Nervi che, insieme al Palasport, costituiscono un unicum nel quale l’inserimento delle tre testuggini delle sale dell’auditorium di Renzo Piano rappresentano un bell’esempio di integrazione. Lo stadio attuale è stato posto sotto tutela il 27 settembre 2018, con specifico provvedimento di tutela del ministero per i Beni e le Attività culturali previo verifica su istanza di parte e Dichiarazione di interesse storico-artistico ai sensi dell’art.10, c. 3, lett. d del D.Lgs. 42/2004.
Dietro queste due questioni ci sono i residenti, ma anche tutti noi, i cittadini di Roma, che certo non possiamo considerare l’attuale situazione con cui si arriva all’Olimpico quando ci sono gli eventi il modo in cui una città capitale si presenta al mondo. Oggi durante le partite è possibile parcheggiare l’auto sul lungo Tevere al centro della carreggiata, usando la linea di mezzeria della strada come riferimento, una macchina a dx e una a sx, e a volte con gli ausiliari del traffico che aiutano nella manovra.
La conservazione e la valorizzazione dello stadio di Nervi sono obiettivi che devono essere perseguiti, non c’è paragone tra la storia e il significato storico del Flaminio e lo stadio delle Alpi realizzato per i mondiali del Novanta. In questo secondo caso la demolizione è servita a migliorare le cose, al Flaminio i valori in campo sono ben diversi.
Ma è proprio su questi due aspetti che la proposta progettuale della SS Lazio non è credibile e fornisce soluzioni e argomentazioni che sono quasi imbarazzanti e tecnicamente improbabili.
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