Lazio-Flaminio, Caudo: "Il progetto? Un errore con soluzioni imbarazzanti, ecco perché..."
Giovanni Caudo, assessore all’Urbanistica della giunta Marino, ha evidenziato i problemi del progetto per lo stadio Flaminio presentato dalla Società Lazio

L'analisi del progetto
Ma andiamo con ordine. Basta guardare i due disegni in cui si confrontano l’attuale struttura e quella nuova per rendersi conto di come il Flaminio sarà cancellato dal nuovo progetto. Nelle sezioni allegate si può confrontare lo stadio di oggi con il nuovo. Il vecchio viene cancellato, si demolisce la tettoia e quello che resta lo si sovrasta con quello nuovo. I numeri aiutano a capire lo stravolgimento: l’altezza dello stadio attuale è di 17,60, quella del nuovo sarà 40 metri. Le dimensioni in pianta oggi sono di 181 m x 131 m e diventeranno 233 m x 183 m, si amplia di almeno 50 metri per lato. Insomma, non si può sostenere che la struttura attuale venga tutelata e valorizzata. Eppure nella relazione del progetto depositata in comune si legge:
“il manufatto stadio è stato complessivamente conservato e preservato da trasformazioni inerenti alle sue essenziali e tipiche caratteristiche architettoniche e strutturali con l’eccezione della pensilina di copertura, incompatibile con la proposta di ampliamento.”
Forse si fa prima a scrivere che l’incompatibilità è con l’intera proposta e che pertanto sarebbe meglio demolirlo.
Il problema della mobilità
Ma è sulla mobilità che il progetto presentato si supera nelle argomentazioni, alcune così stridenti che si sente il fastidio come quando si graffia con le unghie su una lavagna.
Si ritiene che dotare l’area di riferimento di una quantità di parcheggi sufficiente per rispondere alle esigenze poste da una capienza di 50.000 spettatori non sia una scelta praticabile, né lungimirante nell’ottica della sostenibilità ambientale.” Effettivamente sembra una frase con la quale essere d’accordo, allo stadio bisogna andarci soprattutto con i mezzi pubblici. Se non fosse che da qui in avanti si enumerano una serie di soluzioni sulla mobilità che sembrano essere uno scherzo.
Si afferma che la modalità prioritaria per andare allo stadio sarà il TPL, bus e metro (il 50% degli utenti), ma non si indica nessuna nuova infrastruttura, si fa l’elenco di quelle già esistenti e quindi non si capisce in virtù di quale evento gli utenti dovrebbero modificare la loro modalità di trasporto da quella privata, l’automobile, a quella del TPL. Si cita il tram, la metro, tutte infrastrutture già oggi ampiamente insufficienti per le ordinarie attività che si svolgono nel quartiere, e che rappresentano una quota minoritaria nella modalità di accesso all’Olimpico, che però nella narrazione della proposta della AS Lazio sosterranno il carico maggiore della domanda di mobilità, oltre il 50%.
Come esempio di un tale scenario, poche auto e quindi pochi parcheggi e tanto TPL, nella relazione di progetto si cita il grattacielo SHARD di Londra che ha solo 48 posti auto. Ovviamente si omette che il Flaminio non ha niente a che vedere con il livello di accessibilità del Southbank (borough di Southwark), il quartiere in cui si trova il grattacielo progettato da Renzo Piano. Basterebbe questo scivolone per rimandare indietro il progetto e chiedere una maggiore serietà e soprattutto una maggiore robustezza della proposta.
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