Sarri - Via onefootball (Photo by Alex Livesey/Getty Images)
Sarri - Via onefootball (Photo by Alex Livesey/Getty Images)

C'è sempre un velo di malinconia nelle squadre di Maurizio Sarri. Non è rassegnazione, e nemmeno sconfitta. È compromesso: accarezzare un sogno e poi fare i conti con la realtà. È l'eco di quel desiderio che ha conosciuto l'armonia e che ora si trova a convivere con le storture del quotidiano.

Dalla perfezione del Napoli alla sfida della Lazio: il sogno sarrista che incontra la realtà

Sono passati anni dal Napoli sarrista, una squadra e una città a cui il tecnico regalò la promessa di un calcio che sembrava eterno, fatto di geometrie, costruzione dal basso e pressing alto. Una rivoluzione che cercava di scardinare il potere, alimentata da un desiderio di rivalsa unito a una necessità di bellezza. In perenne rivolta con il mondo, che come l'uomo di Camus dice no, si rifiuta ma non rinuncia; che dopo aver ricevuto per tutta la vita ordini, giudica a un tratto inaccettabile un nuovo comando.

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Sono passate centinaia di partite e troppe stagioni, è vero, ma quell'immaginario è ancora vivo, tanto che ogni qualvolta Maurizio Sarri si siede in panchina accompagnato dalla sua imprescindibile sigaretta, ci si aspetta di rivederlo. 
Nel frattempo il Napoli ha vinto ben due scudetti, la Juventus dei campioni è soltanto un ricordo e il Chelsea è salito sul tetto più alto del mondo (non senza prima vedere l'abisso).

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