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È scaramantico?

Molto meno che da giovane. La palla però quando esce non la tocco ancora, è dei giocatori, sarei un intruso.

La diverte ancora il calcio?

Si, ma con determinati presupposti. Di andare a casa la sera pensando che bell’allenamento che abbiamo fatto oggi. In questo momento sta capitando. Abbiamo dei limiti, ma i ragazzi si stanno impegnando tanto.

Rimpianti?

Non più di tanti. Ho avuto un carattere che magari non mi ha permesso di arrivare a determinate cose, ma non ho fatto tanti compromessi.

Che papà è?

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Sono stato un po’ assente. Il rapporto con mio figlio è stato un po’ conflittuale soprattutto quando era giovane, ma una volta divenuto adulto è tutto migliorato. Adesso il rapporto è buonissimo.

L'augurio?

Sarebbe bello riuscire a creare una base di calciatori che con due o tre innesti possa farti arrivare a un livello sopra rispetto a quello dove siamo. La speranza è che tutte le componenti ci diano una mano.

Come vorrebbe chiudere la carriera?

Con la Lazio che riesca a prendere il Flaminio, che alla prima partita ci sia io in panchina e che lo stadio si chiami Tommaso Maestrelli.

Nella pagina successiva il video con l'intervista

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