Taty Ipa
Taty Castellanos

Taty Castellanos, giocatore biancoceleste, classe 1998, ha rilasciato un'intervista per il quotidiano La Repubblica. Il calciatore ha risposto a diverse domande inerenti a molti argomenti, tra cui il suo passato, l'importanza delle ultime due sfide e tanto altro.

Ecco le sue parole.

Castellanos, Lazio
Fraioli

La prima parte dell'intervista di Castellanos

Domani Inter-Lazio è decisiva per il campionato.

Loro lottano per lo scudetto, sono fortissimi, ma noi vogliamo 6 punti in 2 gare per il quarto posto. Per la stagione che abbiamo disputato, meritiamo la Champions.

All'andata all'Olimpico finì O-6. 

Riscattarci è una motivazione in più. Ho saltato quella partita e quella di Coppa Italia, non vedo l'ora di giocare questa sfida così importante. Di sicuro i napoletani faranno il tifo per noi. 

La sua stagione: 38 gare, 14 gol, 5 assist, 4 rigori guadagnati. Si arrabbia quando dicono: Castellanos non è un goleador? 

Qui in Italia c'è questa fissazione dei numeri, come se contasse solo quanti gol segni. Io non la penso così, è fondamentale che la squadra funzioni e vinca. Lavoro per il collettivo.

Ha sempre giocato da 9? 

No, da piccolo a Mendoza, la mia città, tra le montagne, a due ore di volo da Buenos Aires, il mio ruolo era il 10, alle spalle della punta. Ho iniziato a 5 anni, nell'accademia di Leopoldo Luque. Giocavo anche a futsal, ha contribuito ad affinare la mia tecnica. A 16 anni provai per il River Plate, non andò bene, è stato un momento difficile, scelsi di andare in Cile, all'Universidad. Poi il trasferimento in Uruguay, a Montevideo. E lì arrivo la svolta.

Il suo club, il Torque, fu acquistato dal City Group.

Sì, e sbarcai in Mls con il New York City. Il terzo anno vinsi campionato e titolo dei cannonieri. Segnai anche un gol di rabona. Un calcio diverso, molto fisico e poca tattica. Il mio sogno era giocare in Europa.

E arrivò il Girona, altro club del City Group. 

In Spagna ho vissuto il giorno più felice da calciatore, quando segnai 4 gol al Real. Un altro momento speciale in nazionale: entrai nel finale di Paraguay-Argentina, il 15 novembre 2024, e giocai insieme a Messi. In ritiro parlammo ma non molto, per noi argentini Leo è una figura mitica, incute soggezione. Ma già ammirare come si allena insegna tanto. 

NELLA PROSSIMA PAGINA C'E' LA SECONDA PARTE DELL'INTERVISTA .

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