Portare la Serie A negli Stati Uniti durante il Mondiale in Qatar. Un disegno che ha come obiettivo mantenere in attività i giocatori che non parteciperanno al prossimo Mondiale. Lo spiega l'Head of Competizione della Lega Andrea Butti, in esclusiva ai microfoni di Tuttomercatoweb"Siamo in una fase embrionale, stiamo studiando questo progetto che abbiamo sul tavolo da un paio di mesi. Non è una cosa estemporanea. Siamo partiti da una base sportiva: in un Mondiale partecipano 736 calciatori di tutte le nazionali qualificate. Facendo uno split tra chi gioca nelle diverse leghe, partendo da quello che è successo nel 2018 in Russia, la Lega di A ha 'mandato' 58 calciatori tesserati al Mondiale. In Lega di A ci sono circa 650 calciatori tesserati tra le varie squadre. Mandandone 80, 85, ne restano un numero cospicuo libero da impegni sportivi per un mese e mezzo due, visto che il campionato sarà sospeso dal 13 novembre all'inizio di gennaio.

"Stiamo ragionando a due velocitàUn piano è la struttura dell'organizzazione del torneo, la messa in piedi e la parte logistica, che ha una componente fondamentale. Dall'altra c'è la struttura dei costi che deve supportare e sopportare l'investimento: deve coprire i costi e generare delle revenues".

Sulla struttura del torneo:

"Una ventina di giorni in tutto. Questa pausa di un mese e mezzo-due necessita di una sorta di precampionato, anche perché da gennaio a giugno sarà un tour de force. Così abbiamo pensato di strutturare un torneo con una fase a gironi iniziale e a seguire un tabellone tennistico con quarti, semifinale e finale. Ci siamo posti una domanda sportiva. Cosa fare per tenere alto il livello della preparazione dei giocatori durante la pausa? I ragazzi devono lavorare ma anche giocare partite, perché di fatto sarebbe un precampionato. Il torneo durerà una ventina di giorni, ovvero un periodo cospicuo di lavori e partite, che consentano a tutti di arrivare a gennaio alla pari con chi parteciperà in Qatar. Seguiremmo il flusso del Mondiale con un torneo per poi riprendere con la preparazione al campionato".

Il modello NBA In riferimento al 2020, ha spiegato: "In quel momento eravamo in diretto contatto con la lega basket americana. NBA prese il meglio dei diversi protocolli, noi eravamo quella da studiare maggiormente. C'erano 124 gare da recuperare e le 3 di Coppa Italia: siamo gli ultimi a esser ripartiti e ci siamo riusciti.

Siamo stati attenti a strutturare il torneo: per una Lega, l'unico obbligo regolamentare è rilasciare i giocatori. Il secondo obbligo è 'commerciale', ovvero non andare in contemporanea col Mondiale. Proprio per questo motivo, abbiamo strutturato gli orari per non andare in contemporanea con le gare del Qatar. E' una kermesse che lascia spazi a più orari e abbiamo provato a occupare le finestre nel miglior modo possibile. L'ultima gara del torneo americano sarebbe alle 22 italiane e non ci sarebbero problemi di ritrasmissione anche per il nostro pubblico".

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