Domenica alle ore 12:30 andrà in scena a San Siro una sfida che vale come un vero e proprio scontro diretto per la qualificazione in Champions League: Inter-Lazio. Una partita mai banale e che potrà dire molto del futuro di questo campionato dal punto di vista di qualificazione nell'Europa che conta. Per parlare di questa gara è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Laziopress.it l'ex portiere di entrambe le squadre Marco Ballotta.

  Che partita ti aspetti da Inter-Lazio di domenica? 

Una partita delicata per entrambi, con la sconfitta contro il Torino la Lazio ha perso dei punti non determinanti ma inaspettati, dopo un andamento molto buono. Una battuta d'arresto può anche starci, adesso deve riprendere la corsa e sfruttare il passaggio di turno dell'Inter che deve giocarsi anche la finale di Coppa Italia e di Champions, forse saranno anche più stanchi. E' una partita da sfruttare per la Lazio, non sarà facile ma ci devono provare.

  Come ti spieghi questa differenza dell'Inter tra le coppe e il campionato? 

E' probabile che nelle partite singole riescano a dare il meglio, come squadra e organico sono forti. Magari in campionato hanno alti e bassi, non sono continui. Inzaghi ha dimostrato anche in passato di saper andare avanti nelle coppe, può essere una sua caratteristiche. Lo scorso hanno non lo ha vinto il Milan il campionato ma lo ha perso l'Inter. Magari non riescono a mantenere alta la concentrazione, però nelle competizioni riescono a dare il meglio. Non so se per l'allenatore o per i giocatori.

  Pensi che bisognerebbe continuare con Inzaghi? 

Dipende come va a finire, se vincono la Coppa Italia e vanno in finale di Champions non è un'annata mica da buttare. Poi toccherà vedere in campionato, ma è ancora da definire il futuro di Inzaghi. Se non va bene in campionato è un conto, ma poi devi vedere a 360 gradi. Comunque se vanno in semifinale di Champions, sono anni che l'Inter non arriva così in alto. Bisogna vedere anche la situazione dei calciatori, se c'è qualche screzio e se Simone ha la squadra in mano.

  Invece il progetto Sarri a che punto lo vedi? 

Sicuramente un punto migliore dello scorso anno, si vedono i frutti del suo lavoro. E' chiaro che Sarri ha un modo di giocare che se gli interpreti non capiscono si fa fatica. Ora ha trovato un compromesso importante, prima vi erano giocatori che nn rendevano come in passato. Ora invece si stanno adeguando tutti nonostante tutti con prestazioni importanti, è questione di equilibrio. I giocatori non sono diventati scarsi da un momento all'altro così come fenomeni, è questione di un equilibrio trovato.

  La Lazio potrà ambire allo scudetto nei prossimi anni? 

E' ancora lontano, dipende molto dagli altri e se ci sono situazioni particolari. La Lazio potrebbe entrare nel lotto di queste squadre. Il Napoli è impostato bene e per anni i giovani possono fare altre cose importanti. Con degli innesti giusti si può fare bene, così come è per il Milan. C'è da vedere l'Inter, che anche a livello societario ha degli alti e bassi, ci sono sempre delle problematiche e non c'è un processo di crescita come magari dovrebbe fare. Indubbio che la Lazio non è lontanissima da queste.

  Tu dalla Lazio nel 2000 sei passato all'Inter: volevo chiederti che momento è stato quello per te. 

Dico la verità: io volevo rimanere alla Lazio senza togliere nulla all'Inter. Avevamo vinto lo scudetto e stavo bene a Roma. Anche la società voleva fare lo scambio con Marchegiani e Peruzzi. Alla fine si mise in mezzo Lippi, che avevo avuto a Cesena. Alla fine all'Inter non andavo in una società così, volevo anche vedere l'ambiente milanese. Però io volevo rimanere alla Lazio, avrei firmato in bianco come dissi al Presidente.

  Hai preso parte a diverse sfide tra Lazio e Inter sia da un lato che dall'altro. Volevo chiederti un ricordo di tre gare in particolare:   la sfida in finale di Coppa Italia vinta dalla Lazio nell'anno dello scudetto del 2000, una finale, tra andata e ritorno, che hai vissuto da titolare. 

Si, noi avevamo vinto lo scudetto e da giorni eravamo in festa e nonostante tutto pareggiammo lì e portammo a casa anche la Supercoppa. Sono quelle annate dove sei un pezzo avanti, la nostra Lazio era di altissimo livello. Poi ci scappò lo scudetto l'anno prima o la finale contro l'Inter in Coppa Uefa.

  Il tuo ritorno all'Olimpico da avversario in Supercoppa Italiana, vinta per 4-3 dai biancocelesti, appena dopo il tuo approdo a Milano. 

Mi sembrava strano giocare contro i miei compagni, una sensazione strana. Quella partita la dovevano giocare Lazio contro Lazio, chi ha vinto il campionato e chi la Coppa Italia. Li avevamo vinto tutto e dovevo giocare contro la mia squadra con cui avevo vinto, una sensazione molto strana.

  Un ricordo meno dolce per la Lazio, ovvero quell'Inter-Lazio giocato a Bari in cui Dalmat segnò il gol del pareggio. 

Esattamente, anche lì giocai contro la Lazio, finì 1-1 e feci anche benino da quanto mi ricordo. Però siamo professionisti, non dico che mi dispiacesse ma avevo vinto qualcosa di importante, ma alla fine era una partita delicata per la Lazio anche se l'Inter non aveva più nulla da dire e finì in quel modo. Però giocare contro la Lazio era sempre particolare.

     
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