Mauri: "Calcioscommesse? i tifosi della Lazio e la Società non mi hanno mai lasciato solo..."
Stefano Mauri, ex capitano del club biancoceleste, si è raccontato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, ecco le sue dichiarazioni

Stefano Mauri, ex capitano della Lazio con 253 presenze e 42 gol segnati alle sue spalle, ha rilasciato delle dichiarazioni ai taccuini de La Gazzetta dello Sport, concentrandosi sui terribili episodi che gli sono accaduti per via delle false accuse riguardanti il Calcioscommesse e dell'amore che ha sempre mostrato la tifoseria biancoceleste nei suoi confronti.
Le dichiarazioni di Stefano Mauri a La Gazzetta dello Sport
Il significato del suo tatuaggio
Giocavo nel Modena, scelsi una carpa. Ho scoperto che simboleggia la perseveranza. Il superare le avversità. Considerando ciò che mi è successo dopo, direi che ho fatto centro.
Sul Calcioscommesse
A distanza di quasi 15 anni so che la gente penserà a me come quello che ‘si è venduto le partite’, ma non è mai stato così. È stato il momento più brutto della mia vita, qualcosa che non auguro a nessuno. All’alba del 28 maggio 2012 finii in carcere da innocente, accusato di associazione a delinquere e frode sportiva. Prima di essere ascoltato dal giudice passarono cinque o sei giorni.
Sulla sua frase "La galera ti fortifica" l
Sì, dopo non ti fa paura più niente. Sei a contatto con persone che col calcio non hanno nulla a che fare, ti senti svuotato. Come passavo le giornate? A leggere le carte. Erano più di mille pagine, e ancora oggi posso dire di non aver capito tutto. S’è parlato del nulla, si sono tirati in ballo dei nomi e io ero quello da dare in pasto ai media. Alla fine, sono stato squalificato per sei mesi per omessa denuncia. Cosa non rifarei? Essere stato leggero su alcune amicizie.
Cosa gli ha insegnato quella vicenda
A capire chi ti vuole bene. Come i tifosi della Lazio e la società: non mi hanno mai lasciato solo.
Che cosa ha rappresentato essere il capitano della Lazio
Oneri, onori, responsabilità. Un orgoglio che mi porto dietro ancora oggi, quando la gente mi riconosce per strada. Se il mio rendimento è migliorato? Se guardiamo i risultati, forse è vero: nel 2013 vinsi la Coppa Italia contro la Roma. Ora posso dirlo: ci rimasi male a non partire titolare, ma quel trofeo fu magico.
Il suo gol più bello
La rovesciata contro il Napoli, 7 aprile 2012, due mesi prima di andare in carcere. Assurdo, ma incredibile. Prendo in giro Radu dicendogli che crossando a casaccio è entrato nella storia.
Il suo ruolo preferito
Un centrocampista offensivo a cui non piaceva la fase difensiva. Anche se quando c’era da rincorrere gente come Pirlo lo facevo.
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